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Bolzano: Franceschini, monumento alla Vittoria simbolo rifiuto totalitarismi

21 luglio 2014 | 15.23
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Questo territorio rappresenta attualmente "un esempio riuscito, un modello positivo, di convivenza pacifica tra comunità diverse per lingua e cultura e di tutela delle minoranze" ha affermato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Infophoto)
Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Infophoto)

"L'inaugurazione oggi di questo percorso museale è un'occasione di grande valore simbolico che nasce dalla preziosa collaborazione tra lo Stato, la Provincia Autonoma di Bolzano e il Comune di Bolzano e per questo vorrei rivolgere un ringraziamento particolare al Presidente Arno Kompatscher e al Sindaco Luigi Spagnolli", lo ha detto il titolare del Mibact, Dario Franceschini, questa mattina all'inaugurazione del Centro Documentazione del monumento alla Vittoria a Bolzano

"Qui, sotto un monumento foriero di divisioni, nasce dopo un percorso condiviso un luogo di elaborazione per raccontare la storia dal 1918 al 1945 e testimoniare il rifiuto di due totalitarismi come il fascismo e il nazismo -ha sottolineato Franceschini- che furono gravidi di drammatiche conseguenze, 'Nessuno ha il diritto di obbedire' ci ricorda il monito di quella straordinaria intellettuale del Novecento che è stata Hannah Arendt, l'autrice del celebre 'La banalità del male'. Nessuno ha il diritto di far tacere la propria coscienza e di sospendere la propria capacità di giudizio di fronte ad un ordine ricevuto. Il senso del dovere non può mai e poi mai divenire giustificazione per le atrocità commesse".

"La storia dunque non si può e non si deve cancellare. Ma qui a Bolzano la memoria delle lacerazioni del passato non serve per riaprire antiche ferite quanto piuttosto -ha aggiunto Franceschini- per essere consapevoli di quanta strada sia stata fatta, di come questo territorio rappresenti attualmente un esempio riuscito, un modello positivo, di convivenza pacifica tra comunità diverse per lingua e cultura e di tutela delle minoranze".

"Credo che l'intera popolazione della provincia di Bolzano - ha proseguito il ministro - possa riconoscersi in questa consapevolezza e nella domanda di futuro. In un tempo nel quale il mondo diventa sempre più interconnesso e interdipendente e si rafforzano gli spazi di cooperazione e integrazione sovranazionale, a cominciare dal processo di unificazione europea, la specificità di questa provincia rappresenta una straordinaria ricchezza, carica di opportunità".

"Quella di luogo di frontiera e ponte fra culture, è una vocazione da coltivare e tutelare e allo stesso tempo un elemento di crescita economica. L'Europa è l'orizzonte nel quale valorizzare come punti di forza le vostra peculiarità, a cominciare dal multilinguismo e dal multiculturalismo. E le nuove generazioni dovranno essere protagoniste di questa sfida aprendo -ha esortato Franceschini- una nuova fase. I ragazzi e le ragazze che oggi hanno vent'anni devono scrivere una nuova pagina dell'autonomia. Una pagina che guarda con fiducia al domani, senza paura dell' incontro, del dialogo e del mescolamento fra culture, identità e tradizioni".

"E' stato davvero emozionante -ha concluso Franceschini- qui, sotto un monumento simbolo di tante divisioni, sentire parlare in tedesco e in italiano è la prova di quanta strada abbiamo fatto e di quanta ancora ne faremo".

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