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Riforme, Renzi: "Avanti con il passo del maratoneta". E valuta intervento giovedì al Senato

05 agosto 2014 | 13.24
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Il presidente del Consiglio si dice ottimista su un accordo per l'Italicum. Quanto alla ripresa, "è come l'estate, arriva un po' in ritardo ma arriva". A Palazzo Madama per due voti, a scrutinio segreto, non passa emendamento su amnistia, competenza resta solo alla Camera. Il premier potrebbe intervenire giovedì in Aula. Mercoledì l'incontro con Berlusconi sulla legge elettorale

 (foto Infophoto)
(foto Infophoto)

"Quanti di voi avrebbero immaginato venti giorni fa che i senatori avrebbero cambiato il Senato? Li ringrazio per quello che stanno facendo". Il premier Matteo Renzi parla con i cronisti delle riforme e dice: "Andiamo avanti con il passo del maratoneta", "siamo all'inizio di un cambiamento storico" e ''la politica sta facendo bene la sua parte''.

Renzi è anche "ottimista che si trovi un accordo'' sulle modifiche da apportare all'Italicum, argomento questo al centro anche di un colloquio a Palazzo Chigi con il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Mentre, stando a quanto si apprende da fonti parlamentari di Forza Italia, si dovrebbe tenere mercoledì l'incontro tra il leader Fi Silvio Berlusconi e il presidente del Consiglio per siglare l'intesa sulle modifiche da apportare all'Italicum.

Quanto alla situazione economica del Paese, il premier osserva che ''non siamo ancora fuori da una situazione difficile. C'è ancora molto da fare. Questo significa che dovremo andare avanti ancora con più forza con le riforme''.

"Vorrei dire agli italiani che possono fare le vacanze di farle in tranquillità - risponde ai cronisti - La situazione dell'Italia ancora non è quella che ci aspettavamo... E' un po' come l'estate: non è che è arrivata quando volevamo, magari non è bella come volevamo, arriva un po' in ritardo ma arriva".

Riguardo poi alla posizione di Confcommercio sull'utilità del bonus degli 80 euro, Renzi commenta: ''A chi dice che gli 80 euro non servono, io dico che 11 milioni di italiani la pensano in modo diverso''. "Certo si può fare di più e meglio", prosegue il presidente del Consiglio replicando ai dati di Confcommercio, secondo i quali il bonus degli 80 euro non avrebbe inciso sulla ripresa dei consumi. "I dati economici sono alcuni positivi e altri negativi. Vanno letti per quello che sono".

RIFORME - Renzi, a quanto si apprende, sta valutando la possibilità di intervenire giovedì nell'aula del Senato. Potrebbe essere proprio la giornata di giovedì quella in cui si potrebbe arrivare alla chiusura dell'esame del ddl Boschi con il primo sì alla riforma del Senato.

Intanto, a Palazzo Madama, è ripreso l'esame del ddl. Il Senato ha approvato l'articolo 13, sul giudizio preventivo di costituzionalità delle leggi elettorali da parte della Consulta, e 14, sul potere del Presidente della Repubblica di chiedere una nuova deliberazione alle Camere, prima di promulgare una legge, anche limitatamente a specifiche disposizioni. L'articolo 14 inoltre prevede che se il potere del Presidente della Repubblica di chiedere una nuova deliberazione viene esercitato rispetto a un decreto legge, "il termine per la conversione in legge è differito di trenta giorni". E quindi, l'efficacia dei decreti aventi valore di legge passerebbe a 90 giorni dai 60 attualmente previsti dalla Costituzione secondo l'art. 77.

Il Senato ha quindi approvato gli articoli 16 e 17. Nel primo caso, si prevede il divieto per il governo di emanare decreti in materia di leggi elettorali, riforme costituzionali, ratifiche di trattati e approvazione di bilanci e consuntivi. Né può per decreto reiterare disposizioni contenute in decreti non convertiti in legge e regolare rapporti giuridici sorti sulla base dei medesimi, o ripristinare l'efficacia di norme di legge dichiarate illegittime dalla Consulta per vizi non attinenti al procedimento. L'articolo 17 riserva alla sola Camera dei deputati il potere di deliberare lo stato di guerra e di conferire al governo i poteri necessari.

E' arrivato poi in votazione, a scrutinio segreto, nell'Aula del Senato l'emendamento 18.1 soppressivo dell'art.18 su amnistia e indulto che riserva alla sola Camera le decisioni in materia. Governo e relatori si sono rimessi all'Aula. L'emendamento soppressivo, a prima firma Casson, non è passato per soli due voti. Contro hanno votato 143 senatori, a favore 141, tre astenuti. E' stato l'ultimo voto a scrutinio segreto sugli emendamenti al ddl.

Il Senato ha quindi approvato l'articolo 18 che riserva alla sola Camera dei deputati la competenza in materia di amnistia e indulto.

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