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Consulta, è fumata nera numero 18

14 ottobre 2014 | 10.40
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Ancora una volta senza esito la votazione per eleggere i due giudici costituzionali. Forza Italia e Pd votano scheda bianca. Il presidente Grasso in testa alle preferenze

Consulta, è fumata nera numero 18

A vuoto anche la votazione numero 18 del Parlamento in seduta comune, che non è riuscito ad eleggere i due giudici mancanti della Corte Costituzionale, oltreché un membro laico del Csm.

Con Pd e Forza Italia che hanno dato indicazione di votare scheda bianca ai propri parlamentari, per la Consulta si sono contate 524 schede bianche, 37 nulle e 36 voti dispersi. Il più votato, con 94 preferenze, è risultato il presidente del Senato Pietro Grasso. A Donato Bruno sono andati 27 voti, a Lorenza Carlassare 22, a Luciano Violante 16 e a Michele Ainis 11.

Dopo le bocciature e il ritiro di Antonio Catricalà, prima, e di Ignazio Caramazza, poi, il partito di Silvio Berlusconi non ha ancora individuato un nuovo nome da proporre alla controparte, anche per le divisioni interne tra chi spinge per Francesco Paolo Sisto, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, e chi preferirebbe il costituzionalista Giovanni Guzzetta, in primis il capogruppo alla Camera Renato Brunetta.

Un dilemma sul quale incide anche il rischio di perdere la presidenza della commissione Affari costituzionali, che una volta uscito di scena Sisto potrebbe andare appannaggio di un esponente di un altro partito.

Di qui la decisione del Pd, che resta fermo sulla candidatura di Violante, di scegliere la scheda bianca in attesa di conoscere le decisioni del movimento azzurro, per evitare di esporre l'ex presidente della Camera a un'ulteriore bocciatura e magari ad una perdita di consensi, che a quel punto rischierebbe di 'bruciare' la sua corsa alla Consulta.

Fermo restando che un'eventuale scelta di Forza Italia per una candidatura con un profilo più tecnico potrebbe riaprire completamente i giochi, perché a quel punto ai dem, non si sa con quante probabilità di riuscita, potrebbe essere chiesto di mettere in campo un nome con caratteristiche meno marcatamente politiche.

Nessuna sorpresa invece per la decisione di votare scheda bianca per l'elezione del membro laico del Csm di nomina parlamentare, chiamato a sostituire Teresa Bene dichiarata ineleggibile da Palazzo dei Marescialli. Visto che nelle prime due votazioni è richiesta la maggioranza dei tre quinti i componenti l'Assemblea, si punta alla terza chiama per agevolare un accordo, perché che a quel punto per essere eletti saranno sufficienti i tre quinti dei votanti.

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