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Lavoro: D'Alema, così Renzi spacca il Paese e il Pd

29 ottobre 2014 | 09.16
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"Io spero che Renzi riesca a fare riforme all’altezza delle promesse. Per ora vedo soltanto molti annunci. E uno stile di governo preoccupante che punta a creare fratture nella società". E' il giudizio espresso da Massimo D'Alema in un'intervista al "Sole 24 Ore" nella quale fa una serie di considerazioni sullo scontro in atto sul Jobs Act tra il presidente del Consiglio e il sindacato.

"Nel modo in cui vengono affrontate queste cose -aggiunge l'ex presidente del Consiglio commentando l'atteggiamento finora adottato da Renzi- emerge una volontà di rottura con il sindacato che è sbagliata". Anche lei si scontrò con la Cgil di Cofferati... "Ma io -replica D'Alema- non ho mai usato quei toni, non ho mai detto 'non vi prendo in considerazione' o 'più mi criticate più guadagno consenso'. Questo modo di fare spacca il Paese, prima ancora che il Pd. Vengono usate parole sprezzanti verso i magistrati, verso i funzionari pubblici. Sull’articolo 18 si è condotta una polemica tutta ideologica. Il rischio è quello di avere un Paese incattivito. Mentre da questa crisi si esce solo se si torna a un minimo di concordia.

La manovra sul mercato del lavoro si sta trasformando in una "battaglia tutta ideologica. Si è detto 'non esiste più il posto fisso'. Ma questo è noto da venti anni. Da allora sono state fatte varie riforme del lavoro. E ora il problema è l’eccesso di precarietà, non il contrario. È lo stesso governo, giustamente, a sostenere che la filosofia del Jobs Act è quella di promuovere un numero maggiore di contratti a tempo indeterminato. Quindi, evidentemente, anche per Renzi -conclude l'ex presidente del Consiglio- il posto fisso è un valore positivo".

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