600 imprenditori hanno pagato almeno 1000 euro per il posto a tavola con il premier, che dice: "Andiamo avanti". Ieri Renzi aveva avvertito Berlusconi dal palco dell'assemblea dell'Anci: "Il patto del Nazareno scricchiola". A Vimercate accolto da un lancio di uova. E lancia il 'calabrone': ''Contro i gufi mi faccio calabrone, capace di volare ma anche di pungere" /VIDEO. Maroni: ''Il patto del Nazareno scricchiola, si avvicina il voto''
Mille euro e più per la cena con il premier. Tanto hanno pagato i 600 imprenditori ieri sera per un posto a tavola a Porta Nuova a Milano. "Andiamo avanti, non molliamo di un centimetro, Abbiamo promesso che cambieremo il Paese e lo faremo". E ha ribadito: "Il patto del Nazareno non può essere fermato e rallentato perchè qualcuno ha paura di fare le riforme".
"Un'apertura a Forza Italia fammela fare, già il Patto del Nazareno scricchiola". Aveva detto ieri, tra il serio e il faceto, Matteo Renzi facendo il paragone immaginario tra due Comuni che potrebbero alzare l'aliquota, Lecce e Catania. Ma nel giorno dell'asse tra Pd e M5S su Consulta e Csm e all'indomani del faccia a faccia sull'Italicum, la battuta non poteva che suonare sinistra a Silvio Berlusconi. "Altroché se scricchiola", aveva aggiunto il premier, parlando all'assemblea dell'Anci a Milano. ''Lasciamo le porte di Palazzo Chigi aperte perché è anche casa vostra, se c'è possibilità di discutere discutiamo".
Prima dell'incontro con i sindaci, Renzi era stato accolto da un lancio di uova nel corso della sua visita ai nuovi laboratori della Alcatel Lucent a Vimercate. "Sento sempre gente che dice 'non ce la fa'. E adesso direte che tiro fuori la storia del gufo ma invece cambio, tiro fuori la storia del calabrone che nonostante il suo peso vola e qualche volta punge anche", ha sottolineato. Il premier è stato costretto ad accedere da una porta sul retro, dopo che alcuni manifestanti della Fiom Cgil e della Fim Cisl, molti dei quali in cassaintegrazione, avevano lanciato uova all'indirizzo delle auto di scorta.
Parlando a una platea composta anche da numerosi studenti, Renzi ha ricordato loro di avere nel dna il fatto di essere curiosi spiegando che il futuro si deve basare su quattro elementi: "velocità, fiducia, semplicità e affidabilità. Parole che servono alla nostra democrazia e al nostro Paese che ha bisogno appunto di più velocità e di una maggiore fiducia da parte di tutti".
"Si può fare ricerca e innovazione -ha proseguito Renzi- anche se è vero che ci sono sempre problemi ma bisogna essere capaci di innovarsi abbandonando i piagnistei che non portano da nessuna parte. Certo se avessimo investito di più vent'anni fa nella digitalizzazione del Paese oggi saremmo più avanti. Ma se, se, se, non porta a niente perchè il nostro tempo è adesso e il miglior momento per piantare un albero era sì vent'anni fa ma il secondo momento è adesso".
Secondo Renzi velocità, fiducia, semplicità e affidabilità servono anche e soprattutto "alla nostra burocrazia" perchè maggiore velocità e semplicità possono dare una spinta alla ripresa. Quindi rivolgendosi agli studenti in sala li ha invitati a "non accontentarsi di quello che gli raccontano. Quando vi dicono che non c'è spazio non credeterci -ha concluso- vi stanno rubando il futuro".
A margine della visita all'Alcatel, il premier è tornato sulla polemica che lo ha visto contrapposto al neo presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker: "Non voglio far polemiche ma non ho mai detto che la Commissione è un covo di burocrati ma adesso che l'hanno detto loro mi viene da pensare che comincio a crederci".