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Segreto Stato: Massolo, con direttiva Renzi atti consultabili con decenni anticipo

10 dicembre 2014 | 17.36
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Il direttore del Dis: ''Documenti contribuiscono a una conoscenza vera dei fatti per riconciliarsi con il passato e guardare finalmente al futuro''. Operazione di trasparenza e velocità, ''possiamo già leggere documenti'' e il ''nostro lavoro non è solo l'applicazione di una norma'' ma testimonia un Comparto che dialoga con i cittadini

Il direttore del Dis, Giampiero Massolo
Il direttore del Dis, Giampiero Massolo

''Non vi troverete, e non ci troveremo, notizie sensazionali. Ma le migliaia di documenti che da oggi ogni semplice cittadino potrà consultare contribuiranno a una ricostruzione più compiuta, a una conoscenza vera dei fattie potranno dare forma a un processo di riconciliazione con il passato in grado di farci guardare, finalmente, al futuro. Anche quello del lavoro del Comparto dell’Intelligence nazionale che, ci auguriamo, anche grazie a questa operazione potrà essere meglio conosciuto da tutti, al di là delle ombre e delle nebbie che lo hanno da sempre avvolto''. E' quanto afferma il direttore del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, in una testimonianza raccolta da www.sicurezzanazionale.gov.it, il sito del Comparto Intelligence, in merito al versamento all'Archivio Centrale dello Stato della documentazione dell'Intelligence riguardante la stagione stragista.

''Restituire i colori, le sfumature, ma anche le parole al grigio rumorosamente silenzioso in cui sono state avvolte le vicende che, negli scorsi decenni, hanno segnato la storia del Paese -spiega Massolo- restituire la voce alle istituzioni che quelle vicende hanno dovuto trattare, confrontandosi con il dolore di tutti coloro che le hanno vissute, il sensazionalismo di alcuni di coloro che le hanno raccontate, le contrapposizioni storiche, politiche e sociali dell’epoca".

"Restituire loro la voce e metterla a disposizione dei cittadini perché, citando Camus, l’assurdo -e l’incomprensione- nascono soprattutto dal confronto tra le domande dell’uomo e il silenzio del mondo (e delle Istituzioni): è questa la direzione, lo spirito con il quale il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica versa migliaia di documenti, relativi alle vicende dei cosiddetti 'anni di piombo', all’Archivio centrale dello Stato, affinché studiosi, giornalisti, cittadini possano consultarli, grazie all’applicazione della direttiva Renzi, con decenni di anticipo''.

Trasparenza e velocità, possiamo già leggere documenti - nostro lavoro non è solo applicazione norma

''Quanto avviene in questi giorni non è solo l’applicazione di una norma -rimarca Massolo- da tempo trasparenza e apertura sono divenuti punti qualificanti del lavoro del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Nel momento in cui la legge di riforma del 2007 ha stabilito che gli archivi del Comparto dovessero essere considerati storici e, di conseguenza, divenire parte della memoria italiana, la nostra intelligence si è proiettata nel futuro''.

''Un futuro -sottolinea il direttore del Dis- in cui ogni singolo atto di coloro che vi lavorano potrà essere letto, studiato, interpretato dalle generazioni future. Un punto di non ritorno che non solo rinnova, con forza, la visione di un’intelligence al servizio del cittadino ma che sposa un binomio ormai indissolubile, in quello che potremmo definire un nuovo corso: la trasparenza dell’intelligence rafforza la democrazia. E la trasparenza è stata la caratteristica che più di ogni altra ha contraddistinto il lavoro di tutto il personale degli archivi del Sistema, in uno scambio continuo con il ministero dei beni culturali e la sovrintendenza dell’Archivio centrale dello Stato''.

''Trasparenza e velocità -fa notare l'ambasciatore- perché lo scorso aprile spiegavamo la complessità dell’intero processo di versamento e oggi, dopo poco più di sette mesi, possiamo già leggere parte dei documenti oggetto dell’intera operazione. Criteri scientifici, velocità ma senza dimenticare la precisione, trasparenza... questo il lavoro svolto da tutti noi in questi mesi per raccontarvi un pezzo di storia del nostro Paese nel rispetto del dolore di chi l’ha vissuto e del dovere di rendere un contributo di tale importanza alla memoria nazionale''.

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