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Lavoro: Fi-Ncd incrociano le lame, scintille sul Jobs Act/Adnkronos

26 dicembre 2014 | 17.24
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Azzurri punzecchiano alfaniani: 'ci avete provato ma ha vinto la Cgil'. Replica di Sacconi, 'fate solo confusione e propaganda'. Cicchitto rincara la dose, 'sull'articolo 18 abbiamo ottenuto più risultati di Berlusconi e dei suoi governi'.

Lavoro: Fi-Ncd incrociano le lame, scintille sul Jobs Act/Adnkronos

Fi punzecchia e Ncd risponde per le rime. Mossa e contromossa in una partita giocata sui nervi, quella che si è accesa oggi, a due giorni di distanza dal consiglio dei ministri che ha approvato i decreti delegati sul Jobs Act. Dal braccio di ferro nel governo su opting out e introduzione del criterio di 'scarso rendimento' come motivazione per il licenziamento, (chiuso poi da un compromesso che il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi ha definito un 'passo in avanti'), la contesa si è trasferita sui commenti del giorno dopo, con Fi che ha contestato il ruolo e il peso del Nuovo Centrodestra nella coalizione di governo.

Ad accendere le polveri è stata una dichiarazione di Elvira Savino. "Le affermazioni, tutt’altro che entusiaste, degli amici di Ncd sul jobs Act -ha detto la deputata di Fi - testimoniano la marginalità del loro partito nell’ambito della coalizione di governo la cui golden share è sempre più nelle mani della sinistra Pd e della Cgil”. "Sacconi irato per sconfitta, Schifani finge vittoria, Quagliariello media, Cicchitto sbarella, Ncd patetico su art. 18", scrive invece su twitter il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

"Ora Ncd che farà? -ha domandato a stretto giro i'Il Mattinale', nota politica del gruppo Fi a Montecitorio - finora ha tirato a Renzi palline di carta con la cannuccia della biro, sai che dolore. Renzi e Napolitano ritirano la penna ai mocciosi e tutto ricomincia. Stavolta devono sopportare anche gli sberleffi di Speranza. Un soprassalto di dignità sarebbe benvenuta da parte di Alfano e dei suoi".

"In questo - ha proseguito 'Il Mattinale' - caso la dignità non sarebbe solo esibizione di fronte alta, ma comporterebbe anche un vantaggio politico. Staccare la spina conviene all'Italia e ai destini politici di questa componente del centrodestra che dovrebbe ammettere di averci provato invano a spostare di un millimetro la rotta di sinistra del naviglio di governo, prendendosi solo contumelie".

"Bisogna dare riconoscimento al Ncd - ha chiosato la nota del gruppo azzurro alla Camera - di aver tentato un braccio di ferro, soprattutto grazie alle evocazioni perentorie di crisi di governo da parte del presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi. Il braccio esile di Ncd è stato piegato in fretta dalla preponderante volontà nel Pd dell'anima arcipotente di Cgil. Ora la Camusso si lamenta, ma è un gioco delle parti. L'uomo della Cgil nella maggioranza, e cioè Damiano, canta vittoria. Vuol dire che è una sconfitta dei principi liberali", sottolinea "Il Mattinale".

"Il Nuovo Centrodestra -ha replicato Sacconi, rispondendo alle critiche e ai rilievi di Fi - ha vissuto e vive la convivenza anomala e transitoria con la sinistra a schiena dritta. Le nostre proposte sono state forti e chiare e le mediazioni sono riconosciute come tali. A destra invece, sui contenuti, solo confusione e propaganda. La Lega si è opposta alla riforma dell'art.18 e Fi si è espressa con la contrarietà di Renata Polverini, il favore di Renato Brunetta, il "ni" dei più. Dedichino alla sinistra le energie che stanno sprecando contro di noi".

"Forza Italia - ha ricordato Fabrizio Cicchitto - dimentica o finge di dimenticare che abbiamo ottenuto piu' noi sul terreno della modifica dell'articolo 18 che non a suo tempo un governo Berlusconi che dovette fare marcia indietro su tutta la linea, per cui non capiamo la ragione di tutti questi schiamazzi".

Tra i due litiganti... verrebbe da dire, si inserisce Cesare Damiano quello che, secondo Fi, è l''uomo della Cgil nella maggioranza'. "Dopo aver minacciato una crisi di governo -ha commentato il presidente della commissione Lavoro a Montecitorio- se non passavano nel Jobs Act l''opting out' e lo 'scarso rendimento', la destra di governo è venuta a più miti consigli: dopo la delusione di ieri siamo al 'passo avanti' di oggi".

"Noi continuiamo, invece, coerentemente sulla nostra strada: dopo aver fermato e cancellato queste due proposte dell'Ncd che avrebbero concesso al datore di lavoro totale libertà di licenziare e di risarcire il lavoratore anche nel caso in cui il giudice avesse deciso il reintegro, ci batteremo per limitare ai licenziamenti individuali le nuove norme, escludendo quelli collettivi", ha concluso il deputato Pd.

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