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Ultimo giorno al Quirinale, Napolitano: "Contento di tornare a casa"

13 gennaio 2015 | 12.30
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Con il saluto ai corazzieri e ai dipendenti si chiude l'era Napolitano al Colle: ''Contento di tornare a casa, qui è un po' come una prigione''. Domani la lettera di dimissioni ai presidenti delle Camere e al premier. Prima di lasciare il Quirinale, scenderà nel cortile d'onore dove un reparto gli renderà gli onori militari e suonerà l’Inno di Mameli. Poi il comandante dei corazzieri gli consegnerà lo stendardo presidenziale. Poi il ritorno nella sua casa del rione Monti. Al Parlamento Ue Renzi chiama l'applauso per il Presidente: "Ha guidato il Paese con saggezza e intelligenza". Palazzo Giustiniani pronto a diventare il Colle 'supplente'. Scatta la corsa al 12esimo Presidente. I record del Quirinale: a Pertini l'82,4% dei voti, 16 giorni per eleggere Leone

(Foto Quirinale)
(Foto Quirinale)

Giorgio Napolitano confessa di essere contento di tornare a casa, dopo quasi nove anni al Quirinale (TUTTE LE NOTIZIE DELLO SPECIALE). E non dovrà neppure percorrere tanta strada, visto che l'abitazione di famiglia è al civico 14 di Vicolo dei Serpenti, nel cuore del rione Monti, a soli 360 metri (4 minuti di cammino 'a passo regolare', secondo Tuttocittà online) dal palazzo che per secoli è stato eletto a residenza papale e poi, dal 1870 al 1946, abitato dai Reali di casa Savoia.

"Certo che sono contento di tornare a casa. Qui si sta bene, è tutto molto bello, ma insomma si sta un po' chiusi, un po' come una prigione. Si sta un po' chiusi e si esce poco'', ha detto il capo dello Stato rispondendo a una piccola studentessa presente in piazza del Quirinale, per un'iniziativa della polizia 'Una vita da social' sul corretto uso di Internet.

"L'augurio al Paese è che sia unito e sereno", ha detto il presidente dopo aver rivolto il saluto di commiato ai corazzieri e ai dipendenti del Quirinale.

Dopo oltre 3mila giorni sul Colle più alto, Napolitano si appresta a lasciare il Palazzo che fu prima dei Papi e poi dei Reali d'Italia dal 1870 al 1946, dal quale ha vigilato sulla Costituzione e accompagnato il Paese in una delle fasi più difficili della storia repubblicana.

"Viviamo - ha detto ancora il capo dello Stato riferendosi ai tragici fatti di Parigi - in un mondo molto difficile. Abbiamo visto nei giorni scorsi cosa è successo in un Paese vicino e amico come la Francia. Siamo molto incoraggiati dalla straordinaria manifestazione di Parigi però, sempre essendo attenti a stare in guardia e a non fare allarmismo, dobbiamo essere molto consapevoli della necessità di un Paese che sappia ritrovare la sua fondamentale unità".

Oggi, con il saluto ai corazzieri e ai dipendenti del Quirinale per i quasi nove anni trascorsi assieme, compie il suo ultimo atto da presidente della Repubblica, mentre da Strasburgo arriva l'omaggio del premier Matteo Renzi, salito ieri al Colle per un colloquio, che nell'aula del Parlamento europeo ha chiamato l'applauso per il capo dello Stato. Napolitano, assicura Matteo Renzi da Strasburgo, "continuerà ad essere un grande servitore dello Stato e come senatore a vita farà sentire la propria voce". "E' stato e ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida per il nostro Paese -ha spiegato ancora Renzi- e vorrei che oggi qui il Parlamento europeo portasse il proprio saluto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, convinto europeista che proprio in queste ore lascerà il proprio incarico, avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con la saggezza e l'intelligenza che molti di voi hanno riconosciuto lavorandoci a fianco anche in quest'Aula negli anni passati".

Napolitano lascerà il Quirinale una volta che la lettera di dimissioni, breve e formale, sarà stata consegnata alla presidente della Camera Laura Boldrini, chiamata a convocare entro quindici giorni il Parlamento in seduta comune per l'elezione del nuovo capo dello Stato; poi al presidente del Senato Pietro Grasso, che svolgerà le funzioni di supplenza in attesa del nuovo inquilino del Quirinale, e quindi al presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ma prima l'undicesimo capo dello Stato, accompagnato dalla moglie Clio, scenderà nel cortile d'onore del Quirinale, dove troverà schierato un reparto interforze che gli renderà gli onori militari e suonerà l’Inno di Mameli. Poi il comandante dei corazzieri gli consegnerà lo stendardo presidenziale, ammainato dal torrino.

Dopo che la la lettera di dimissioni sarà stata consegnata dai motociclisti del Colle ai presidenti delle Camere e a Palazzo Chigi, Napolitano e la signora Clio varcheranno il portone in legno della loro abitazione romana. E saranno accolti da una piccola (e sobria) festa organizzata dai residenti del rione per dare loro il bentornato.

Napolitano si dividerà tra Vicolo dei Serpenti e Palazzo Giustiniani, dove, come vuole la prassi, avrà a disposizione uno studio, al pari di tutti gli altri presidenti emeriti della Repubblica. E dove troverà il suo sostituto pro tempore, Pietro Grasso, chiamato a vestire i panni di Presidente 'reggente' fino all'elezione del nuovo inquilino del Quirinale.

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