Grasso presidente della Repubblica 'supplente': ''Grande responsabilità e emozione''

''Una grande responsabilità e una forte emozione. Affronterò questi giorni con spirito di servizio e animo sereno''. E' il tweet di Pietro Grasso, presidente della Repubblica supplente dopo la dimissioni di Giorgio Napolitano.

Una grande responsabilità e una forte emozione. Affronterò questi giorni con spirito di servizio e animo sereno.

— Pietro Grasso (@PietroGrasso) 14 Gennaio 2015

"L'aula mi mancherà, e metto in conto anche il fatto che a qualcuno non mancherò: spero di tornare presto", ha detto, sospendendo i lavori dell'aula del Senato per l'arrivo del Segretario generale del Quirinale Donato Marra con le comunicazioni delle dimissioni dell'undicesimo capo dello Stato. (TUTTE LE NOTIZIE DELLO SPECIALE)

Dopo, Grasso ha lasciato palazzo Madama e si è recato a piedi a palazzo Giustiniani, da dove eserciterà le sue funzioni di capo dello Stato supplente.

All'interno del cortile dell'edificio tardo-rinascimentale si distingue l'inconfondibile figura di un corazziere mentre sulla facciata sventola accanto al tricolore italiano e alla bandiera europea, lo stendardo della presidenza della Repubblica. Nel breve tragitto tra i due palazzi Grasso si è limitato a salutare i passanti e i giornalisti senza rilasciare dichiarazioni.

Grasso assumerà il ruolo di Presidente della Repubblica supplente in virtù di quanto previsto dall'art. 86 della Costituzione, secondo cui "le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal presidente del Senato". Il Presidente supplente svolgerà il suo ruolo da palazzo Giustiniani, mentre a palazzo Madama sarà Valeria Fedeli, vice presidente vicaria, ad assumere le funzioni di presidente. Dal secondo piano di palazzo Giustiniani, presso la Sala della Costituzione, Grasso opererà con un ristretto staff di fiducia ma sarà coadiuvato dagli uffici del Quirinale. Il supplente assume a tutti gli effetti i poteri del Capo dello Stato, come l'emanazione di decreti e la promulgazione delle leggi, l'accreditamento dei diplomatici stranieri. In linea teorica potrebbe persino sciogliere le Camere.