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Il Papa a Napolitano: "Stima per il servizio esemplare reso all'Italia"

14 gennaio 2015 | 14.03
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Papa Francesco e Giorgio Napolitano (Infophoto)
Papa Francesco e Giorgio Napolitano (Infophoto)

"Stima e apprezzamento per il servizio esemplare reso all'Italia" viene espresso da Papa Francesco nel telegramma inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che oggi ha rassegnato le sue dimissioni dal Quirinale.

Il Papa scrive di aver "appreso del suo congedo dalle funzioni di Capo dello Stato, mentre sto compiendo il viaggio apostolico in Sri Lanka e Filippine" e si dice "spiritualmente vicino" desiderando esprimere a Napolitano "sentimenti di sincera stima e di vivo apprezzamento per il suo generoso ed esemplare servizio alla Nazione italiana, svolto con autorevolezza, fedeltà e instancabile dedizione al bene comune".

Francesco sottolinea che "la sua azione illuminata e saggia ha contribuito a rafforzare nella popolazione gli ideali di solidarietà, di unità e di concordia, specialmente nel contesto europeo e nazionale segnato da non poche difficoltà". Quindi, invoca "su di lei, sulla sua consorte e sulle persone care, l’assistenza divina, assicurando un costante ricordo nella preghiera".

Su 'L'Osservatore Romano', la notizia delle dimissioni dal Quirinale di Giorgio Napolitano viene data con un titolo che suona come riconoscimento: "Presidente di tutti gli italiani". E si sottolinea che "nei suoi nove anni di presidenza, ha dovuto affrontare non pochi momenti critici della vita politica, economica e sociale del Paese. Lo testimonia, anzitutto, la circostanza stessa della sua rielezione, arrivata come unica soluzione praticabile dopo un confronto parlamentare aspro e apparentemente irrisolvibile".

Per il quotidiano vaticano, Napolitano "uomo di sinistra, laico ma non insensibile alle istanze religiose" - come testimoniano "il rapporto anche di affetto personale che lo lega a Benedetto XVI così come la naturale e immediata affinità su alcuni temi con Papa Francesco" - "ha saputo esprimere il senso unitario dello Stato e delle sue istituzioni, erede dello spirito che nel dopoguerra aveva condotto i costituenti alla stesura di una Carta fondamentale capace di essere baluardo di democrazia e pluralismo".

Allo stesso tempo, prosegue l'Osservatore Romano, "Napolitano si è sempre dimostrato molto attento nell’interpretare i mutamenti in atto nella vita politica e sociale del Paese, indicando senza timore anche le inadeguatezze di una Costituzione concepita ormai quasi settant’anni fa, all’indomani della tragica esperienza fascista e indicando più volte la strada, per esempio, del superamento del bicameralismo perfetto, ora nell’agenda delle riforme avviate dal Governo Renzi".

Conclude il quotidiano vaticano: "Napolitano ha faticato non poco nel voler essere presidente di tutti, in un momento in cui da qualche parte si preferiva invece un Paese diviso dallo scontro. È questa, probabilmente, l’eredità politica che, nel momento in cui lascia il Quirinale, egli consegna agli italiani e che costituisce un’indicazione di cui si dovrà tenere conto al momento della scelta del suo successore".

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