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Renzi: Italia patria del diritto non delle ferie, ridicole polemiche magistrati Replica delle toghe: delusi da promesse mancate

25 gennaio 2015 | 11.03
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Il premier punta il dito contro "le contestazioni di alcuni che sfruttano iniziative istituzionali (anno giudiziario) per polemizzare contro il governo". E aggiunge: "Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno". Poi sottolinea: "Servono sentenze rapide e giuste, basta strapotere delle correnti. Noi andiamo avanti". Il presidente dell'Anm: "Troppa timidezza su corruzione e prescrizione, riforme assenti"

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"Oggi di nuovo le contestazioni di alcuni magistrati che sfruttano iniziative istituzionali (anno giudiziario) per polemizzare contro il governo". Lo scrive Matteo Renzi sui social network dopo le critiche alla riforma del governo sulla giustizia.

"E mi dispiace molto perché penso che la grande maggioranza dei giudici italiani siano persone per bene, che dedicano la vita a un grande ideale e lo fanno con passione. Ma trovo ridicolo - e lo dico, senza giri di parole - che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: 'Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro'", scrive il presidente del Consiglio.

"Noi vogliamo solo sentenze rapide, giuste. Vogliamo che i colpevoli di tangenti paghino davvero e finalmente con il carcere ma servono le sentenze, non le indiscrezioni sui giornali", sottolinea Renzi.

Per il premier, "un Paese civile deve avere un sistema veloce, giusto, imparziale. Per arrivare rapidamente a sentenza, bisogna semplificare, accelerare, eliminare inutili passaggi burocratici, andare come stiamo facendo noi sul processo telematico (così nessuno perde più i faldoni del procedimento come accaduto anche la settimana scorsa)".

"Bisogna anche valorizzare i giudici bravi, dicendo basta allo strapotere delle correnti che oggi sono più forti in magistratura che non nei partiti - prosegue Renzi - A chi mi dice: ma sei matto a dire questa cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati. E i nostri giudici devono sapere che il governo (nel rispetto dell'indipendenza della magistratura) è pronto a dare una mano".

"Noi ci siamo. L'Italia che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore. La memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia ci impone di essere seri e rigorosi. Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo", conclude il presidente del Consiglio.

Ieri le critiche al premier da parte del procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, nel corso del suo intervento per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Evidentemente il presidente del Consiglio - aveva detto Maddalena - non ha trovato niente di meglio che ispirarsi al personaggio di Napoleone de La fattoria degli animali di orwelliana memoria, che aveva scoperto, per tutti i problemi della vita, il grande rimedio: lavorare, anzi far lavorare gli altri, di più. Fino a farli crepare dalla fatica, come il cavallo Grondano".

E oggi al presidente del Consiglio risponde l'Anm. "Il problema non sono i magistrati, ma le promesse mancate, la timidezza in materia di prescrizione e corruzione, la proposta, alla vigilia di Natale, di depenalizzare l'evasione fiscale fino al 3%" replica su Facebook il presidente dell'Anm, Rodolfo Maria Sabelli. "Le critiche che vengono dai magistrati - sottolinea Sabelli - sono dettate dalla delusione: noi riponevamo e vorremmo riporre fiducia nella volontà di fare le buone riforme, ma chiediamo coerenza tra parole e fatti. Renzi vuole un sistema più veloce e più semplice? Blocchi la prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado, introduca sconti di pena ai corrotti che collaborano con la giustizia, estenda alla corruzione gli strumenti della lotta alla mafia: i casi di corruzione clamorosi più recenti e più noti non sono indiscrezioni. Il governo trovi le risorse per coprire le oltre 8.000 scoperture nell'organico del personale amministrativo".

Sabelli denuncia come "accanto alla messa alla prova, alla non punibilità per tenuità del fatto, al processo civile telematico, sono troppe le riforme timide o assenti". Quanto alle correnti, sottolinea, " riaffermiamo il valore delle diverse sensibilità che costituiscono una risorsa dell'associazionismo, da sempre respingiamo ogni degenerazione ispirata a logiche di potere". "Non si può non trovare di cattivo gusto il richiamo ai magistrati uccisi. Noi stessi - conclude - siamo molto cauti nel richiamarci al ricordo dei colleghi caduti per il loro servizio: lo facciamo solo per onorare la loro memoria e il loro sacrificio, non per accreditare la nostra serietà".

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