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Mattarella, Ndc lo vota ma si spacca. Sacconi lascia, Saltamartini: "Voto bianca"

31 gennaio 2015 | 11.39
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La portavoce del partito dissidente: "Così di fatto si compromette la possibilità di poter ricostruire un nuovo grande schieramento di centrodestra". Formigoni chiede una verifica di governo prima dell'insediamento del Capo dello Stato

Barbara Saltamartini
Barbara Saltamartini

Ncd vota Mattarella ma la scelta di Angelino Alfano spacca il partito. La portavoce Barbara Saltamartini non ci sta e annuncia la sua decisione di "votare scheda bianca e di dimettermi da portavoce del partito".

Anche il senatore Maurizio Sacconi avrebbe espresso i suoi forti malumori. Tant'è che si parla di sue possibili dimissioni da capogruppo a Palazzo Madama di Ap.

"Il mio dissenso non è assolutamente sul nome di Sergio Mattarella, che mi auguro possa essere un Presidente al di sopra delle parti, quanto - prosegue - perché ritengo del tutto errato il metodo con cui si è arrivati a questa scelta''. ''Una scelta che di fatto compromette la possibilità di poter ricostruire un nuovo grande schieramento di centrodestra dal momento che solo Ncd voterà per Mattarella, mentre Fi si asterrà e Lega e Fdi voteranno per un altro candidato. Ma, soprattutto - aggiunge Saltamartini - non posso non constatare come da oggi cambia anche la maggioranza che sostiene Renzi, che si sposta più a sinistra con il sostegno di Sel''. ''Ncd era nata con l'obiettivo di realizzare un polo di aggregazione per il centrodestra, non possiamo rinunciare a quel progetto - conclude - serve responsabilità verso i nostri elettori senza far conti con la calcolatrice, ma mettendo al primo posto i valori in cui crediamo".

Anche Nunzia De Girolamo, presidente dei deputati di Ncd, avrebbe espresso i suoi malumori per il cambio di linea e starebbe valutando l'ipotesi di lasciare il suo incarico di capogruppo. Ma i maldipancia non finiscono qui: anche Albertini, Roberto Formigoni e Carlo Giovanardi avrebbero manifestato la loro insofferenza per l'atteggiamento di Renzi. In particolare, l'ex governatore lombardo, pur votando il documento approvato oggi da Ap avrebbe invitato Alfano a chiedere prima dell'insediamento di Mattarella al Colle una verifica di governo perché "i rapporti con "questo esecutivo non vanno bene e questo lo dimostra non soltanto il caso Mattarella ma anche cosa è successo sulla cosiddetta norma salva Berlusconi, sui decreti per le banche popolari e sul Jobs act". Per Formigoni, raccontano, troppe volte il leader Pd ha preso decisioni senza consultare preventivamente Ap, in particolare Ncd.

Alfano tuttavia getta acqua sul fuoco sostenendo che la scelta di Sacconi non è connessa al voto del Capo dello Stato. Per una ''serie di motivi'' ha preso una decisione di lasciare il posto di capogruppo al Senato. Scelta che ''mi aveva già manifestato nei giorni scorsi''. ''Con Sacconi - assicura Alfano - il rapporto è molto solido e siamo nell'ottica di collaborazione assoluta, non è certo sulla scelta del presidente della Repubblica'' che ci sono problemi, perché ''Sacconi voterà Mattarella''.

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