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Caso Moro: Fioroni, ora c'è nuovo clima, ascolteremo don Mennini

27 febbraio 2015 | 13.24
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Dal presidente della Commissione di inchiesta l'annuncio dell'audizione dell'ex confessore del presidente Dc, ucciso dai brigatisti 37 anni fa: "Ci aspettiamo grande contributo da parte dell’uomo che più di tutti fu spiritualmente vicino a Moro".Don Mennini, il nunzio apostolico che lasciò l'Italia dopo il caso Moro /Scheda. Di Francesco Saita

Aldo Moro prigioniero delle BR
Aldo Moro prigioniero delle BR

(Di Francesco Saita) - "C'è un nuovo clima, l’audizione di don Mennini può permettere un contributo importante per sapere cosa è successo durante il rapimento di Moro". Giuseppe Fioroni, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, intervistato dalla AdnKronos, fa il punto in vista della prossima audizione a San Macuto, lunedì 9 marzo, che vedrà presente il Nunzio apostolico vaticano in Gran Bretagna, l'Arcivescovo Antonello Mennini, ex confessore del presidente Dc, ucciso 37 anni fa.

Il prelato, finora, ha avuto un ruolo defilato, fuori dall'Italia sin dai mesi successivi al tragico epilogo del caso Moro, è stato lontano dai riflettori, tenendo un grande riserbo sulla vicenda: "Il nuovo corso di Bergoglio ha creato le giuste condizioni per un ulteriore approfondimento - spiega il presidente della Commissione - . E’ inoltre passato molto tempo da quei terribili cinquantacinque giorni, l’emotività di quei momenti e molti degli stessi personaggi che ne furono protagonisti sono scomparsi".

Quella di Monsignor Mennini, si configura come una delle audizioni più importanti da quando si è insediata la Commissione: "Ci aspettiamo un contributo di conoscenza da parte dell’uomo che più di tutti fu spiritualmente vicino ad Aldo Moro", dice Fioroni: "Tanti i punti che potrà affrontare: il suo ruolo in quei giorni, i suoi contatti, l’impegno enorme di Paolo VI ad avviare una trattativa per restituire Moro vivo al Paese e alla sua famiglia e perché questo tentativo non andò in porto".

'Grazie a nuove tecnologie possibile fare piazza pulita da dietrologie'

A proposito di ricostruzione della verità, dopo il sopralluogo del Ris a Via Fani, la scorsa domenica, si è parlato di 'Cold Case' per l'omicidio Moro, con la scientifica che ha messo a disposizione gli ultimi strumenti per analizzare la scena del crimine. "Penso che possiamo stabilire alcuni punti fermi - sottolinea Fioroni - questo è il nostro obiettivo, il nostro impegno. Non so perché gli scettici non vogliano considerare l’importanza di un passaggio di questo tipo. Usare i nuovi strumenti e stabilire da che parte furono sparati i colpi che annientarono la scorta e colpirono anche il motorino dell’ingegner Alessandro Marini, per caso di passaggio in quella strada, davvero può sembrare una sciocchezza? Non ci pare".

"Lo studio balistico dei bossoli rintracciati per dare una risposta alle segnalazioni presenti nelle carte giudiziarie - allora non si avevano strumenti tecnici per dipanare la questione – è una sciocchezza? A noi pare proprio di no", continua Fioroni. "Capire se ci sia stato il tamponamento tra la macchina di Moro e quella delle Br guidata da Moretti, i soggetti e le auto presenti in via Fani, la moto e i suoi passeggeri, ci può liberare dalle dietrologie e può tranquillizzare tutti". "Non ultimo: sia ben chiaro che le spese sono assai minori del costo che il Paese pagherebbe non conoscendo la verità", dice ancora il presidente della Commissione bicamerale, rispondendo alle critiche di chi ha parlato di inutile spesa di soldi pubblici.

'Spero che molti tra coloro che sanno avvertano dovere di collaborare'

Nei piani della Commissione, oltre alla audizione di don Mennini e all'apporto delle nuove tecnologie investigative, anche l'auspicio di un contributo da parte dei brigatisti. "Non ipotizzo nulla - dice Fioroni, rispondendo a una domanda su eventuali collaborazioni di ex Br che ebbero un ruolo nella vicenda Moro -. Spero che molti tra coloro che sanno o che nell’immediatezza dei fatti hanno dato ricostruzioni lacunose avvertano il dovere e la voglia di collaborare. Noi li sollecitiamo a farlo come contributo civile alla ricostruzione della verità". "La nostra volontà è ricostruire i fatti con dati oggettivi che ci facciano avvicinare il più possibile alla verità", spiega ancora il deputato del Pd, parlando dell'impegno assunto con la Commissione istituita lo scorso settembre.

"Sono passati trentasette anni e questo in parte non aiuta la ricostruzione dei fatti ma, al tempo stesso - conclude Fioroni - , è un punto di forza perché possiamo contare su tante professionalità di alto valore che ci aiuteranno a rileggere ogni passaggio, dall’agguato fino a via Caetani, illuminati solo dal faro della conoscenza e della verità di cui non avremo mai paura perché è l’unica che renda libero e maturo un Paese democratico".

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