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Mattarella: "Corruzione diffusa, è concezione rapinatoria della vita"

14 maggio 2015 | 12.18
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Il capo dello Stato inaugura il Salone del Libro a Torino: "I libri aiutano a raggiungere la libertà. Soffriamo talvolta di eccessi di pessimismo ma il nostro sguardo va rivolto al domani"

Mattarella:

"La corruzione è un fenomeno che avvertiamo diffuso. E' come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita. La vita è così bella che è un delitto ogni comportamento che turba e altera questa prospettiva". Nuovo forte monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, contro la corruzione. Occasione la risposta a una domanda sulla legalità rivoltagli dai ragazzi dell'Arsenale della Pace incontrati al Sermig di Torino.

Il presidente della Repubblica ha citato Bergoglio: "I corruttori sono i peggiori peccatori, lo ha scritto Papa Francesco prima di diventare arcivescovo di Buenos Aires. Parole di fuoco che condivido. Credo che ognuno di noi debba riflettere sul proprio operato. Dobbiamo pensare criticamente a quello che facciamo, ricordare che oltre ai diritti abbiamo dei doveri".

"La corruzione, il potere fine a se stesso, sono conseguenza di una caduta della politica. Di un suo impoverimento - ha sottolineato Mattarella - I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la politica, spesso, si inaridisce. Perde il legame con i suoi fini. Oppure perde il coraggio di indicarli chiaramente".

Proprio ai giovani si è rivolto il presidente della Repubblica: "Non rinunciate ai vostri ideali di umanità e giustizia, non ascoltate le sirene che cantano il denaro come misura unica del successo personale". E, ancora, "siate liberi e non abbiate paura di dire qualcosa di scomodo, fuori dal coro, o apparentemente impossibile, quando gridate e cantate per la fratellanza tra gli uomini, per la pace. L'omologazione è una prigione, anche quando ha le sembianze seducenti della moda del momento".

Poi il tema dell'immigrazione. "La Ue se non vuole tradire se stessa e se non vuole che questo fenomeno assuma dimensioni ingovernabili deve assumersi la responsabilità di aiutare quei Paesi a rimuovere quelle condizioni che spingono la gente a scappare" ha rimarcato il capo dello Stato.

In mattinata Mattarella ha inaugurato, al centro fiere del Lingotto di Torino, la 28esima edizione del Salone del libro. "I libri e la cultura - ha detto intervenendo alla cerimonia - possono aiutarci a raggiungere un traguardo di libertà più avanzato e più solido. Una libertà che si fondi su saperi diffusi, sulla voglia di confrontarsi con le differenze, sul rispetto delle persone e delle pluralità". Una libertà che "faccia crescere la solidarietà, perché questa è la vocazione autentica delle donne e degli uomini. Un grande compito, a cui ognuno di noi può dare un contributo prezioso".

"Trovo sempre più giusto associare i libri alla libertà - ha aggiunto - Più libri, più liberi". "Leggere non è solo una ricchezza privata, destinata al singolo individuo. Leggere è una ricchezza per la società, è un bene comune. E' un antidoto all'appiattimento, è ossigeno per le coscienze" ha evidenziato il capo dello Stato.

"La lettura - ha osservato ancora - non può neppure essere ridotta a consolazione o semplice svago. E' semmai una porta sul mondo, che ci apre alla conoscenza di esperienze lontane, che ci mostra cose vicine che non avevamo notato, o capito, che ci fa comprendere le grandi potenzialità dell'umanità che ci circonda. Leggere ha a che fare con la libertà. E con la speranza". Il presidente della Repubblica ha anche rimarcato che ''la bibliodiversità è una buona cura contro l'omologazione. Più libri, più autori, più editori, più liberi''.

''Soffriamo talvolta di eccessi di pessimismo ma il nostro sguardo va rivolto al domani - ha detto inoltre nel corso del suo intervento - Dobbiamo utilizzare i nostri tesori per un progetto di ripartenza che sappia guardare lontano''.

Mattarella in giornata si è recato al duomo di Torino dove ha sostato in raccoglimento davanti alla Sindone. Per lui applausi e calorose strette di mano. Ad attenderlo, davanti al sagrato della cattedrale, torinesi e turisti che quando lo hanno visto lo hanno salutato con calore, ringraziato ed esortato ad andare avanti.

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