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Pensioni, oggi il nodo rimborsi all'esame del Consiglio dei ministri

18 maggio 2015 | 09.24
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Sono 3,7 milioni i pensionati inclusi nell'intervento una tantum che scatta il primo agosto per un valore di 2,18 miliardi di euro con coperture da reperire in gran parte attraverso il 'tesoretto' emerso tra le pieghe del Def

Matteo Renzi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Matteo Renzi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Via libera dal governo al decreto sulle pensioni in risposta alla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato le norme Fornero sul blocco dell'indicizzazione nel 2012 e 2013. "Stiamo rimediando ai danni fatti" da altri, ha attaccato il premier Matteo Renzi, rivolgendosi a critici e detrattori. E' "il colmo" ed è "ridicolo" oggi essere criticati sulle pensioni "da quelli che hanno voluto e votato" il provvedimento del governo Monti, ha aggiunto.

Sono 3,7 milioni i pensionati inclusi nell'intervento una tantum che scatta il primo agosto per un valore di 2,18 miliardi di euro con coperture da reperire in gran parte attraverso il 'tesoretto' emerso tra le pieghe del Def dal differenziale tra il deficit programmatico al 2,6% e tendenziale 2,5% del Pil.

"Non abbiamo voluto fare una corsa per evitare di sentirci dire 'siete in campagna elettorale'", ha sottolineato Renzi che però rivendica: "Abbiamo avuto il coraggio di presentare una proposta subito per dare un messaggio forte ai partner europei che non si scherza sulle pensioni ai mercati che non c'è alcuna tensione pre-elettorale che ci rendesse timidi e rispetto ai pensionati che hanno il diritto di sapere, e lo facciamo partendo dal presupposto che la questione va affrontata". Un intervento quello del governo che lascia a bocca asciutta (come prevedibile, visti i vincoli di bilancio e la coperta corta delle risorse) i 650mila pensionati sopra i 3.200 euro che non riceveranno alcuna compensazione.

"Se si dovesse semplicemente azzerare la norma dovremo trovare 18 miliardi di euro e dovremmo togliere denari ad altri, dagli asili alle infrastrutture", ha spiegato il premier, entrando poi nel dettaglio del meccanismo varato per il rimborso: dal 1° agosto agli assegni da 1700 euro lordi spetteranno 750 euro, a quelli di 2300 450 euro, a quelli da 2.700 andranno 278 euro. "E' una tantum", ha detto Renzi che ha ribattezzato la misura "bonus Poletti". Infine, "a regime a chi prende 1700 euro andranno 180 euro l'anno, 99 euro a chi prende 2200 euro e 60 euro a chi prende 2700", ha aggiunto.

Dal 2016 con la nuova Legge di stabilità il governo interverrà sulla flessibilità per "dare un po' più di spazio" a chi vuole uscire prima dal mondo del lavoro e andare in pensione con la rinuncia a parte dell'assegno, ha riferito ancora il premier.

Di certo con un intervento parziale e progressivo l'Italia ha evitato di incorrere nelle forche caudine di Bruxelles, con tanto di rischio procedure e correzione dei conti. Indicizzare tutte le pensioni, ha spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan "avrebbe comportato per l'Italia una procedura per deficit eccessivo Ue", visto che il disavanzo sarebbe schizzato ben oltre i livelli di allerta, al 3,6% del pil. "La rimozione della clausola per le riforme e il mancato rispetto della regola del debito e questo avrebbe comportato un ulteriore aggiustamento della finanza pubblica e invertito la tendenza economica nel paese", ha aggiunto Padoan, chiarendo che "nessuno perde niente. Il problema è chi ci guadagna e quanto".

Sul 2016 Padoan ha spiegato che si passerà da una misura una tantum ad interventi permanenti. "A partire dal 2016 ci sarà un calcolo delle indicizzazioni più generoso rispetto a quello utilizzato nel calcolo degli anni precedenti in modo da rispettare i principi indicati dalla Corte. Questo significa - ha aggiunto il ministro - che l'aumento del reddito tramite le pensioni diventa un aumento permanente in base all' introduzione di un meccanismo per le indicizzazioni".

"Se abbiamo deciso di intervenire è per una questione di chiarezza verso i cittadini e non per la tornata elettorale, le elezioni non sono un 'metro'. C'era un problema e lo abbiamo affrontato", ha detto da parte sua il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, presente in conferenza stampa con Renzi e Padoan. "Credo che sia un buon modo di agire perché quando c'è un problema c'è bisogno di una risposta, non credo sia buon metodo di buona politica non fare fronte ad un problema", ha detto. E sul rischio ricorsi da quanti esclusi dal bonus, ha osservato: "Se ci saranno vedremo, ma i ricorsi dovranno tenere conto che con questo decreto le cose sono cambiate".

Il Cdm ha anche dato via libera allo stop della riqualificazione del montante contributivo; al pagamento delle pensioni dal 1° del mese, a cominciare da giugno e, tra le altre misure, ha spostato un miliardo di euro al fondo sociale per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga nel 2015 dal Jobs Act.

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