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Legittima difesa: Lega torna alla carica, più libertà d'azione per cittadino

08 novembre 2015 | 14.20
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Rapinatore in azione
Rapinatore in azione

A Vaprio d'Adda un pensionato spara e uccide il rapinatore; in provincia di Ferrara i ladri sorpresi a rubare in casa aggrediscono a colpi di bastone due donne che ora sono in prognosi riservata. I casi di rapine e furti finiti in tragedia si susseguono e la Lega, e non solo lei, torna alla carica sulla legittima difesa: il cittadino deve potersi difendere dalle aggressioni violente per rapina tra le mura domestiche, senza correre il rischio di finire troppo facilmente sul banco degli imputati.

Tre le proposte leghiste per cancellare l'eccesso colposo di legittima di difesa: del capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio, della sua collega a Palazzo Madama Erika Stefani, e del deputato Nicola Molteni. Quest'ultimo provvedimento inizierà il suo iter in commissione Giustizia a Montecitorio il 12 novembre prossimo.

L'obiettivo delle proposte leghiste, ma anche delle altre presentate da Ignazio La Russa, di Fratelli d'Italia-An, da Antonio Marotta di Area popolare e dal senatore socialista Enrico Buemi è quello di modificare l'articolo 52 del Codice penale. "Una norma -spiega Molteni- che appare insufficiente a garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui richiede, affinché ricorra la legittima difesa, la proporzionalità tra difesa e offesa".

Molteni, violenza in aumento, Parlamento non resti insensibile

Per questo, "sulla falsariga di un'analoga previsione del codice penale francese, anche nel nostro ordinamento si deve prevedere una presunzione di difesa legittima nel respingere l'aggressione di sconosciuti in una abitazione privata o in un negozio con la violenza o sotto la minaccia delle armi. Con questa integrazione del codice penale -sottolinea Molteni- si intende rispondere alle necessità evidenziate dai più recenti fatti di cronaca che hanno creato un particolare allarme sociale, dinanzi al quale il Parlamento non può restare insensibile".

"Non c’è dubbio -prosegue l'esponente leghista- che il nostro sistema di diritto penale preveda sanzioni, seppure disapplicate nei fatti per diverse motivazioni, in caso di furto e di altri delitti contro il patrimonio. Tuttavia si deve riflettere sul fatto che tali episodi ci mettono dinanzi a una realtà di una violenza che non risparmia neppure anziani o bambini e che spesso ha esiti mortali per gli aggrediti".

"La repressione e la prevenzione dei reati spettano anzitutto allo Stato, ma è necessario predisporre strumenti adeguati di tutela, in quei casi in cui ci sia un pericolo imminente e sia impossibile scongiurarlo attraverso il tempestivo intervento delle Forze dell'ordine", insiste Molteni.

Buemi, indispensabile avere nome meno equivocabili

"La necessità di una legge meno equivocabile nelle sue possibili interpretazioni -sottolinea il socialista Buemi- è avvertita non soltanto dai semplici cittadini, ma anche da molti magistrati, come il procuratore Carlo Nordio, secondo il quale le norme in vigore pur consentendo teoricamente a chi si trova di fronte un rapinatore di reagire con le armi, di fatto lo espone a un processo"

"Spesso si ritiene che la reazione a mano armata, anche in casa propria, ecceda il pericolo cui si è esposti, di conseguenza viene punita, ma la norma è molto generica e lascia spazio ad interpretazioni opposte. Un Codice di impronta liberale dovrebbe garantire la libertà all'individuo di difendersi anche quando non è presente la forza pubblica, avvalendosi di un suo diritto naturale", prosegue l'esponente socialista.

"L'esigenza di modificare la disciplina della legittima difesa nasce dalla constatazione che ad una serie di fatti di cronaca è corrisposta, nella prova dei fatti, una lacunosa applicazione della scriminante. La magistratura, infatti, sempre più spesso interpretava l'articolo 52 del codice penale in maniera tanto rigorosa da arrivare ad una sostanziale inapplicabilità della esimente da esso prevista", conclude Buemi.

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