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Consulta: base M5S in rivolta contro 'inciucione', Rete non conta niente/Adnkronos

17 dicembre 2015 | 17.20
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Consulta: base M5S in rivolta contro 'inciucione', Rete non conta niente/Adnkronos

C'è chi grida all'inciucione, e chi passa al contrattacco con un fotomontaggio in perfetto stile grillino, ma stavolta con i vertici pentastellati nel mirino: Grillo, Di Maio, Di Battista confusi tra Renzi, Alfano e Boschi, sopra la scritta, a caratteri cubitali, l''inciucione', e sotto l'accusa: 'Pd e M5S pronti a spartirsi i giudici costituzionali alla faccia vostra! Gratta il grillino trovi il piddino'. Il 'day after' l'accordo con il Pd sulla Consulta, quella che per molti, Grillo in prima linea, è una "vittoria M5S", per gran parte della base grillina è una vera e proprio disfatta. E c'è chi picchia duro, sfogandosi sul blog di Grillo o sulla bacheca Fb dei parlamentari più in vista. Danilo Toninelli, l''uomo riforme' del Movimento regista dell'intesa, è tra i più 'bastonati'. "Che vergogna, vi siete cacati addosso - l'accusa su Fb Francesco - avete offerto a Renzi una spalla. Proprio ora che è in difficoltà palese, siete il peggio del peggio". "Una delusione dopo l'altra - gli fa eco Filippo - Io che credevo di valere Uno, mi rendo conto giorno dopo giorno, di non contare un ca...". "Magari è stato anche stato giusto assumersi delle responsabilità - osserva Domenica - però adesso smettiamola di prenderci per il cu.., smettiamola di parlare a vanvera di metodo e di democrazia diretta e soprattutto smettiamola con sta favoletta dei portavoce". Sulla bacheca Fb di Di Maio non va meglio. "Che delusione - scrive Lorenzo - siete scesi a compromessi con il Pd. Quanta amarezza, li avete sempre schifati e adesso ci fate gli inciuci pure voi. Fine della favola!".

Sul blog di Grillo la base appare divisa. C'è chi difende a spada tratta l'accordo e ringrazia i 5 Stelle per aver "salvato la Consulta", e chi attacca a muso duro: "siete già diventati come tutti gli altri. A casa anche voi, non vi voto più". "Se dovete fare qualcosa col Pd - scrive Angelo - fatelo piuttosto su Equitalia, pensioni, risparmi". "Sentire nei tg 'accordo M5S-Pd' fa venire i brividi", scrive amaro Johnny. In tanti poi lamentano la mancata consultazione della base, perché la decisione di votare la terna non è stata presa con un voto in Rete. "Casaleggio sta alla democrazia diretta - lamenta Carlo - come Renzi sta all'umiltà. Il voto della base è ormai un miraggio, ma mi faccia il piacere...". "L'importante è aver votato tre persone non coinvolte in procedimenti, tutto il resto è polemica da bar", taglia corto Vincenzo di Potenza. Divisa la base, dunque, ma lontani anche i parlamentari, che ieri nelle due assemblee di Camera e Senato hanno fatto emergere le distanze, ben lontani dall'unanimità sulla nuova terna 'depurata' dal nome di Sisto, da sempre inviso ai grillini. Ben 23 i no -16 alla Camera e 7 al Senato- più due astenuti. Non solo.

Nelle file del Movimento c'è chi è pronto a scommettere che diversi, tra i 5 Stelle, ieri non abbiano tenuto fede all'accordo, evitando di votare lo sgradito candidato del Pd, Augusto Barbera. "E' passato per soli 11 voti - ragiona un deputato 5 Stelle - sono certo che tra i franchi tiratori ci fosse soprattutto gente del Pd, ma metterei la mano sul fuoco anche sulla desistenza di alcuni colleghi". Il nome di Barbera, al centro di un'interrogazione degli stessi 5 Stelle su un caso di 'baronato universitario', è stato per molti 'oltranzisti' un vero e proprio rospo da mandar giù. Compatto ha votato per la terna il direttorio. Mentre tra coloro che hanno fatto scudo, figurano il fedelissimo Riccardo Fraccaro, Vincenzo Caso, Andrea Colletti, Daniele Pesco. In realtà, durante l'assemblea dei deputati, gli scettici hanno sottolineato come nelle ultime settimane i 5 Stelle avessero riversato "palate di letame sul nome di Barbera, con che faccia andiamo ora a votarlo?". Alcuni hanno invece espresso voto contrario "perché la decisione doveva passare per la Rete", anche se i tempi, viene fatto notare, erano strettissimi.

Al Senato bocche cucite sui contrari alla terna. "Non mi ricordo i nomi - scherza Vito Crimi con l'Adnkronos - ma anche se li ricordassi non li direi. Nel momento in cui l'assemblea decide, all'unanimità si segue la decisione presa dalla maggioranza. Dunque per me il voto sulla terna è stato unanime". E di franchi tiratori tra le file dei 5 Stelle, Crimi non vuol sentir parlare. "I voti che mancano all'appello - dice convinto - sono sempre gli stessi e sono quelli del Pd che, al solito, volevano impallinare il candidato dem. I conti tornano, tra noi non ci sono delatori. E anche chi ha votato contro in assemblea, non ha votato esacerbando lo scontro o la contrarietà, ma motivando con serenità la decisione presa". E a chi gli fa notare i mugugni della Rete, "non è detto - replica Crimi - che i commenti al vetriolo siano postati da gente della base. Leggo alcuni che scrivono 'avete fatto l'inciucio tant'è che non avete presentato la mozione di sfiducia sulla Boschi'. Tutto falso, e se questo è il tenore dei commenti...". Quanto alla possibilità di far decidere la Rete, "la base non si poteva interpellare - replica Crimi - quando abbiamo saputo i nomi erano le 14, non c'era tecnicamente il tempo necessario per farlo. Abbiamo ottenuto il massimo risultato possibile, lo dico forte e convinto: niente inciuci, coscienza a posto e avanti tutta per il bene del Paese".

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