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Wikileaks, Berlusconi: "Nessuna sorpresa, da anni denuncio un complotto"

23 febbraio 2016 | 19.17
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Silvio Berlusconi (Fotogramma)
Silvio Berlusconi (Fotogramma)

Come in occasione delle rivelazioni dell'ex segretario americano del Tesoro, Timothy Geithner, nel suo libro di memorie 'Stress Test', uscito due anni fa, anche stavolta Forza Italia si schiera compatta attorno al suo leader e chiede chiarimenti urgenti a Matteo Renzi e all'amministrazione Obama sul caso Wikileaks e il presunto complotto internazionale ai danni del governo Berlusconi nel 2011. Tra le file azzurre il coro è unanime: ''Berlusconi spiato dalla Nsa è un fatto gravissimo''. Niccolò Ghedini, legale di fiducia del presidente forzista, avverte: "Dopo le verifiche potremmo denunciare".

Per ora Berlusconi preferisce non commentare, perché, spiegano a palazzo Grazioli, "è parte in causa'', quindi meglio aspettare. Ma chi ha avuto modo di parlargli in queste ore avrebbe trovato un Cav niente affatto sorpreso del contenuto delle intercettazioni, convinto che nel 2011 ci fu una precisa volontà di togliere di mezzo un presidente del Consiglio democraticamente eletto dai cittadini che contrastava gli interessi sbagliati di altri Paesi.

Sono cose ampiamente risapute, che non ci stanchiamo di denunciare da anni, confermate da queste intercettazioni, su cui c'è ancora tanta luce da fare, sarebbe stato il ragionamento dell'ex premier, amareggiato dal fatto che nessun governo successivo al suo e nessun magistrato abbia voluto vederci chiaro su questa vicenda.

Più volte in passato il leader di Fi ha rievocato con amarezza quanto accaduto in quel 2011 che segnò la fine della sua premiership nei giorni dello spread alle stelle, della rottura col ministro Tremonti e delle lettere-diktat inviate al suo indirizzo dalla Bce.

Berlusconi ha sempre dichiarato che "c'è stato un movimento partito dal nostro interno e poi esteso all'esterno per tentare di sostituire il suo governo" e che lui era caduto nel mirino, perché ledeva gli interessi di altri Paesi, a cominciare dalla Germania.

In particolare, il Cav ha sempre raccontato di aver avuto contezza di una "regia politica" ai suoi danni al G-20 di Cannes, quando, ha rivelato in più occasioni, che ''addirittura amici e colleghi di altri paesi gli dissero: 'Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti...'". Un episodio, quest'ultimo, ha precisato il leader azzurro, confermato dall'ex primo ministro spagnolo Zapatero in un suo libro che riguardava proprio quegli anni.

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