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Libia, M5S: "Con spazio aereo ai droni Usa l'Italia appoggia guerra illegale"

24 febbraio 2016 | 17.08
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(Xinhua)
(Xinhua)

"I fatti sono chiari: l'Italia sta per entrare in guerra e questo in barba alle risoluzioni dell’Unione europea che prevedevano, prima di un'azione in terra libica, un mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e il consenso del governo libico. Quello stesso esecutivo unitario, faticosamente costruito negli anni, che ha condannato i raid Usa con i droni partiti proprio dalla base militare di Sigonella, in Sicilia". Così Luca Frusone, deputato M5S della commissione Difesa, nel question time di oggi con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

"Concedendo lo spazio aereo ai droni americani, l’Italia sta appoggiando una guerra illegale - ha detto ancora Frusone - e l’ennesima iniziativa unilaterale di una potenza militare i cui confini sono lontanissimi da quelli della Libia, al contrario di quelli italiani, e che può innescare una escalation analoga a quella che nel 2011 ha portato caos e distruzione in Libia e contribuito a impiantare in quel paese il terrorismo di Daesh".

"Il governo italiano - ha concluso Frusone - oggi in aula, non ha negato il proprio coinvolgimento nei bombardamenti in Libia senza che il Parlamento, che dovrebbe rappresentare la cittadinanza italiana, abbia potuto dire una sola parola".

Al question time il ministro Pinotti, rispondendo a un'interrogazione del Movimento 5 Stelle, ha spiegato che l'utilizzo della base di Sigonella da parte delle forze militari americane "è di volta in volta discusso e autorizzato in coerenza con le linee di politica estera e di difesa e con la strategia italiana che il governo ha più volte esplicitato al Parlamento".

"Sigonella è una base usata dagli Stati Uniti fin dagli anni 1950 - ha ricordato - più recentemente, dopo l'uccisione a Bengasi dell'ambasciatore americano in Libia, è stato richiesto, attraverso un negoziato, il rafforzamento in loco della presenza di mezzi americani per soddisfare le legittime esigenze di protezione dei loro concittadini nell'area del nord Africa, non solo nella Libia".

"L'impiego di tali mezzi - ha chiarito - riguarda esclusivamente profili difensivi, di proprio personale, quando necessario, e ciò costituisce esemplificazione del diritto alla legittima difesa sancito dalla Carta delle Nazioni Unite".

Pinotti ha poi sottolineato che in Libia "l’Italia è parte attiva per una sua stabilizzazione che sia sostenibile e duratura nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu".

"Noi siamo dall’inizio convintamente parte della coalizione anti Isis - ha aggiunto il ministro - con altrettanta determinazione sosteniamo il punto di vista nazionale che prevede come fondamentale il coinvolgimento diretto e attivo delle popolazioni e dei governi locali nella lotta al terrorismo a cui dare il necessario supporto. Tale coinvolgimento è fondamentale per la riuscita dell’azione e ne costituisce il catalizzatore per la sua efficacia".

"Per questo siamo presenti in Iraq e non in altri scenari perché lì operiamo d’accordo con il governo iracheno e a supporto della battaglia che stanno conducendo contro il terrorismo. Lo stesso approccio vale per la Libia. L’Italia - ha ricordato - è la nazione che sta coordinando la formazione della forza di sicurezza e di stabilizzazione che nel momento in cui la Libia avrà un governo potrà avere il necessario aiuto da parte della comunità internazionale. Insieme a questo siamo in collegamento con gli alleati per quanto riguarda le iniziative antiterrorismo".

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