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Renzi: "Nessun attacco a magistrati, chiedere di arrivare a sentenza è di sinistra"

04 aprile 2016 | 12.05
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Matteo Renzi alla direzione Pd
Matteo Renzi alla direzione Pd

"Io chiedo alla magistratura di indagare più velocemente ma di arrivare a sentenza". Così Matteo Renzi parlando alla direzione del Pd, sull'inchiesta della Procura di Potenza su 'Tempa Rossa'. "Le indagini ci sono state, ma mai si è arrivati a sentenza e in un Paese civile si va a sentenza - ha spiegato -. E' facile dire, questi discorsi li facevano gli altri. No, perché io rivendico la diversità dagli altri. Noi non invochiamo il legittimo impedimento, io dico interrogatemi. Gli altri puntano sulla prescrizione, io sulle sentenze. Dico fateli i processi, ma veloci, perché altrimenti il rischio è che passi il messaggio che siamo tutti uguali". "Mandiamo via l'Eni dalla Basilicata e da Gela, la Fiat da Melfi e poi viviamo tutti di decrescita felice.

La decrescita è felice solo per chi vive di rendita non per chi lavora", parlando del tema degli investimenti in Basilicata, vicenda su cui si è dimessa la ministra Guidi, Renzi difende il suo operato: "Governo delle lobby lo dicono a qualcun'altro, ma se la questione sono le opere pubbliche o privare bloccate è mio compito istituzionale sbloccarle e fare in modo che arrivino a compimento". "Se su un’opera c’è qualcuno che ruba, bisogna fermare chi ruba, non l’opera", ha sottolineato il presidente del Consiglio: "Rivendico una differenza profonda. Gli altri parlavano di legittimo impedimento, prescrizione, io dico che sono qui, interrogatemi e chiedo una sentenza presto. Noi non siamo uguali agli altri". Sul caso 'Tempa Rossa' aggiunge: "Se si decide che un’opera va fatta nel 1989, c’era ancora il muro di Berlino, 27 anni dopo lo scandalo non è che l’emendamento venga approvato, ma che sia stato bloccato. Qualcuno ci ha mangiato? Ci sto a discuterne: chiedo che la magistratura se ne occupi e arrivi a sentenza rapidamente".

Il punto chiave è che sbloccare le opere pubbliche e private è la priorità di questo esecutivo - ha aggiunto Renzi - . In Italia o si sbloccano gli investimenti pubblici e privati o l'Italia non esce da percentuali di prefisso telefonico". "Se è un reato sbloccare opere pubbliche io sto commettendo reato", sottolinea il segretario del Pd.

"Annuncio che continueremo a sbloccare le opere pubbliche e chiedo ai magistrati di essere inflessibili, beccare i ladri e mandarli in carcere e noi saremo in prima fila per la pulizia". E sul conflitto di interessi spiega: "Se avete voglia di discutere di conflitto interessi, dico: votiamo la legge. E' passata alla Camera, ora è al Senato. Votiamola".

Renzi poi 'difende' il ruolo delle multinazionali: "O facciamo il giochino dei social per cui le multinazionali sono il nemico o diciamo che sono una parte dell'economia del nostro Paese che crea posti di lavoro e che quando vanno via c'è una crisi che va risolta", dice ancora Renzi. "Ma sentir dire, questi parlano con le multinazionali... Sì, parliamo con le aziende: se viene Tim Cook della Apple lo ricevo, pensate che stranezza".

Anche riforme e stabilità nel discorso di Renzi: "Le riforme fatte dall'Italia hanno dato una stabilità sorprendente per alcuni media internazionali. Clamorosamente sta accadendo che si dice: vuoi vedere che è l'Italia il paese più stabile dell'Europa", dice poi Renzi. "All'inizio della legislatura ci dicevano di copiare la Spagna e ora che stiamo finendo la legislatura, la Spagna non ha un modello di governabilità e l'Italia sì grazie all'Italicum. Noi siamo all'avanguardia".

Tema referendum poi. "A me interessa di più quello costituzionale di ottobre, che non quello sulle trivelle", dice poi in tema di referendum Renzi, spiegando che quello del 17 aprile sull'energia nasce "dall'esigenza di alcune regioni". "Informatevi sul quesito che riguarda una ventina di piattaforme e sul fatto che possano continuare a tirare su gas e olio". "Se vince il sì si bloccano, se vince il no o non si raggiunge il quorum lavoreranno fino alla fine dell'estrazione", spiega Renzi. "Astensione al referendum per non raggiungere il quorum è legittima", ribadisce il presidente del Consiglio. "Nel 2003 la Quercia ha invitato all'astensione", dice mostrando i manifesti del tempo nelle slides. Matteo Renzi annuncia poi una "Direzione ad hoc" sul referendum costituzionale di ottobre, "è lo spartiacque rispetto al processo di riforme" del governo. "Lo vedremo allora chi ha il rapporto con la gente", aggiunge il premier rivolgendosi ai 5 Stelle che "parlano dall'alto dei loro click...". "La mia posizione sul referendum e' un po' meno dura di quella di Prodi, che ha parlato di un suicidio per il Paese. Prodi dice che le royalties debbano essere messe a disposizione di un principio energetico alternativo. Sono d'accordo".

Infine le Primarie. "Credo sia una vergogna, anche al nostro interno, accomunare le primarie alle 'cliccarie'" dei 5 stelle o 'gazebarie' del centrodestra, dice poi Renzi sul tema delle primarie. "Le primarie sono lo strumento più civile, democratico e bello per individuare la classe dirigente. Le primarie si possono migliorare ma non si toccano".

La replica di Renzi - "Non è vero che ho attaccato i magistrati. Ho solo chiesto di andare a sentenza. Il punto è: la politica italiana è deberlusconizzata, ma la stampa ancora no e tutto ciò che è vagamente avvicinabile all'attacco alla magistratura viene subito enfatizzato. Io ho detto che loro sono quelli del legittimo impedimento, noi siamo quelli che se ci chiamano, noi andiamo subito. E' una diversità strutturale e dire che ho attaccato i magistrati è fuori dalla realtà". Così il premier chiarisce le frasi sulla magistratura nella replica alla Direzione del Pd. "Recuperare la dimensione della giustizia e della garanzie costituzionali è di sinistra, non è attaccare magistrati ma difenderli e non è che si diventa come Berlusconi".

"Sono profondamente innamorato della giustizia, credo profondamente alla giustizia e mi fa male quando ci si mette otto anni per un primo grado". "Non sfido i giudici quando dico andate a sentenza, dico che in un Paese civile non ci si mettono otto anni sapendo che poi c'è la prescrizione", ha aggiunto il premier.

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