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Intervista al figlio di Riina, da Agcom richiamo a Rai. Vespa: "Mai così severi"

28 aprile 2016 | 13.16
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Intervista al figlio di Riina, da Agcom richiamo a Rai. Vespa:

L'Agcom ha inviato un "fermo" richiamo alla Rai per l'intervista a Salvo Riina andata in onda nella puntata di 'Porta a Porta' del 6 aprile scorso che presentava "talune criticità quanto alle modalità e alla contestualizzazione della stessa, nonché alla complessiva caratterizzazione del personaggio intervistato". La lettera di richiamo, anticipata da un quotidiano online e confermata da fonti dell'Agcom, è stata deliberata dal Consiglio dell'Autorità il 19 aprile scorso e inviata ieri al direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto. Firmata dal presidente dell'Agcom Angelo Maria Cardani, la missiva arriva in seguito alla segnalazione del deputato del Pd e segretario della Commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi.

Dopo avere ripercorso l'accaduto e le normative vigenti (in primis il Contratto di Servizio), l'Agcom lamenta "la censurabile unilateralità di molte fasi dell'intervista, condotta senza un adeguato contraddittorio e con le reticenze e le omissioni dell'intervistato lasciate senza sostanziali repliche idonee a fornire al telespettatore una rappresentazione veritiera e completa". A parere dell'Autorità, questo ha "pregiudicato in particolare la completezza delle informazioni" e ha "posto oggettivamente in secondo piano quel valore irrinunciabile che è il rispetto della sensibilità degli spettatori e, primo fra tutti, del dolore dei parenti delle vittime di mafia".

Per l'Agcom la delicatezza del tema mafioso richiede che "la lealtà e la completezza dell'informazione" siano "contestuali e immediate". E "non soccorre il rinvio ad altre occasioni e ad altre trasmissioni per una più completa rappresentazione dei fatti". In conclusione l'Autorità invita la Rai "ad adeguarsi, per il futuro, in modo rigoroso, all'indirizzo interpretativo" riassunto nel richiamo, "riservandosi la facoltà di intervenire in maniera più incisiva in caso di reiterazione dei comportamenti evidenziati".

Vespa, mai tanta clamorosa severità - "Resto profondamente sorpreso dal provvedimento dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che non ricordo essersi mai espressa con tanta clamorosa severità nei confronti di un'intervista televisiva" dichiara in una nota Bruno Vespa. "Nel doveroso rispetto che un giornalista del servizio pubblico radiotelevisivo deve all'Autorità di controllo, mi permetto, a titolo personale, di dissentire radicalmente dai giudizi espressi nel richiamo -dice Vespa- Ritengo che lo spettatore abbia capito perfettamente chi fosse l'intervistato, che le domande e le contestazioni fossero puntuali e non elusive e che le immagini delle stragi di Capaci e di via D'Amelio mostrate a Riina abbiano pienamente soddisfatto la richiamata completezza informativa. A nessun intervistatore di grandi mafiosi e grandi terroristi è stato obiettato che il programma avrebbe offeso la sensibilità delle vittime". Al contrario di quanto avvenuto in passato, "il figlio di una vittima simbolica di Capaci era in studio proprio per testimoniare in diretta l'oltraggio subito dagli attentati ordinati dal padre di Riina -conclude il giornalista- Rivendico fino in fondo, pertanto, di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupolo che da cinquant'anni caratterizza la mia attività giornalistica".

Bindi, richiamo Agcom dimostra che avevamo ragione - "Il richiamo dell’Agcom alla Rai per l’intervista del figlio di Totò Riina conferma che avevamo ragione a contestare la scelta dell’azienda" commenta in una nota il presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. "Quell’intervista è stata una grave ferita alla credibilità del servizio pubblico e ha consentito al figlio del capo di Cosa Nostra - conclude Bindi - di mandare messaggi inquietanti e inaccettabili".

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