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Pannella, la figlia di Moro: "Quando mi spedì a Cuba in difesa dei dissidenti"

21 maggio 2016 | 14.11
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Tra le tante battaglie portate avanti da Marco Pannella per difendere i principi in cui credeva, quella legata al sequestro di Aldo Moro. La figlia primogenita dello statista ucciso dalle Br il 9 maggio 1978, Maria Fida, oggi capolista con riformisti e cattolici per Giachetti, ricorda all'Adnkronos episodi legati alle lotte che hanno visto lei e Pannella insieme. "Ho da sempre avuto grande stima per il Partito radicale e Marco Pannella ed ho votato entrambi i referendum in favore del divorzio e dell’aborto. Marco mi faceva soggezione per quel suo modo diretto e per lo sguardo degli occhi chiari che ti trapassava il cuore", confida.

"Aveva la capacità, proprio come mia madre, di destabilizzarti per l’estrema autorevolezza e i modi bruschi. Era un grande uomo ed ha traghettato l'Italia in una modernità altruistica e solidale", è il tributo di Maria Fida al leader Radicale. La figlia di Moro racconta un episodio significativo legato alle imprese, anche estreme, di Pannella in difesa dei diritti di tutti: "Nell'anno in cui ho militato nelle fila radicali mi ha spedita, insieme ad altri autorevoli amici, a Cuba a una manifestazione non autorizzata in favore dei dissidenti in carcere. Chiamava mio figlio Luca per rassicurarlo e gli diceva: 'Purtroppo ancora non hanno arrestato tua mamma!'. Voleva infatti costruire un caso internazionale".

L'arresto non scattò. "La stima che Fidel Castro aveva per mio padre - racconta oggi Maria Fida - non solo ha impedito che ci arrestassero, ma anche che venissimo picchiati. Quindi siamo sbarcati a Miami accolti come trionfatori perché la pace aveva avuto il sopravvento. Non dimenticherò mai quella spaventosa e avvincente esperienza e la gentilezza scabra di un grande che adesso se la ride con papà dall'alto dei cieli".

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