"Nel voto di ieri si è espresso un distacco preoccupante tra una parte ampia degli elettori della sinistra e il principale partito che vorrebbe e dovrebbe rappresentarli". Lo scrive Gianni Cuperlo su Facebook.
"Nei prossimi quindici giorni bisogna fare due cose. Convincere chi al primo turno ha scelto la sinistra e il centrosinistra -prosegue Cuperlo- che deve tornare alle urne per sostenere i candidati del nostro campo. L'altro impegno è allargare il consenso anche a quanti, e sono molti, hanno deciso ieri di mandare un segnale al partito più grande manifestando in quel modo (non votando il Pd o disertando il seggio) difficoltà, disagio, dissenso".
"Fatte queste premesse sarebbe assurdo ignorare ciò che è accaduto. Per settimane si è detto che il voto era amministrativo e non riguardava il governo. In questo assecondando la tesi che la prova decisiva per il Pd e l'esecutivo era e rimane il referendum costituzionale dell'autunno. Penso che le urne abbiano detto una cosa diversa. Il ri sultato deludente e in molti casi largamente sotto le attese dei candidati e delle liste del PD non è frutto di un giudizio sulle capacità amministrative di figure spesso apprezzate per il loro lavoro e le loro capacità. Nel voto di ieri si è espresso un distacco preoccupante tra una parte ampia degli elettori della sinistra e il principale partito che vorrebbe e dovrebbe rappresentarli", sottolinea.
"Piero Fassino, a caldo, ha parlato degli effetti di una crisi sociale che colpisce troppa gente impoverita. Ha ragione, ma oltre a questo bisogna capire perché un numero così alto di donne e uomini ha maturato l'idea di un Pd che non risponde più alle loro speranze. Rispondere a questa domanda dicendo che tanto a 'ottobre vinciamo noi' temo sia un mix di rimozione e scarsa responsabilità.