Il feeling con la Corea del Nord resta intatto, anzi si rafforza, per il senatore Fi Antonio Razzi che a palazzo Madama annuncia una vacanza di lavoro proprio nel Paese più 'blindato' del mondo sotto la dittatura comunista di Kim Jong-un.
"Sarò a Pyongyang dal 26 agosto al 2 settembre - dice all'Adnkronos - come presidente del gruppo interparlamentare di amicizia. Vedrò le massime autorità, il presidente della Repubblica, che ha fatto la scuola del Pcus con Napolitano (che non mi risponde mai...), il segretario della camera dei lavoratori e il mio omologo del gruppo di amicizia". Razzi è raggiante, perché, dice, "lì quando arrivo mi fanno ponti d'oro. Vedremo pure il 38° parallelo (la zona demilitarizzata che divide le due Coree). E' vietato a tutti fare riprese ma a me il comandante locale delle guardie mi fa fare tutto, gli parlo in abruzzese, come va paisà?, e lui 'how are you Antò?' e io 'veri gud'. Tutto a posto, insomma, comando io..", scherza.
E poi? "Poi andrò nella Corea del Sud". Ma come, sconfina così, in un unico fluido movimento? Non è intelligenza con il nemico? "Ma no -assicura - mi hanno invitato pure a Seul e io vado".
Breve digressione, tuttavia, sulla bellezza superiore delle coreane settentrionali, "i giapponesi ne hanno combinate lassù nell'ultima guerra, ma io sono sposato, quindi figuriamoci...", e poi tappa in Mongolia, a Ulan Bator. "Vado anche lì. Spero di vedere la statua di Gengis Khan... Mi ha invitato il nuovo governo che si 'insidia'". Voleva dire "insedia', senatore... "Ma tu li c... tuoi non te li fai mai?", replica. In pieno raptus strategico.
