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Referendum, Boschi: "Chi propone il No non rispetta il lavoro del Parlamento"

09 agosto 2016 | 19.42
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Sono la prima ad essere consapevole che questa riforma non è perfetta e presenta delle lacune: d'altronde anche nel 1948 quando entrò in vigore la Carta c'era chi diceva che era meglio lo Statuto albertino. Ma i pregi di questa riforma costituzionale sono tali da farmi dire che è un passo avanti per il Paese". Lo ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi nel corso della presentazione del numero di "Strade" dedicato alle ragioni del Sì al referendum.

Boschi ha rivendicato il fatto di aver scelto "la strada più dura, quella prevista dall'art.138 di revisione costituzionale, non quella dei gruppi ristretti o delle Costituenti, ma la strada del Parlamento e del lavoro in commissione, con 120 modifiche al testo originario del governo" e con complessive sei votazioni con una maggioranza del 60%.

"Questo -ha aggiunto- rappresenta un elemento di forza della riforme anche rispetto a chi oggi propone di votare No al referendum e quindi buttar via due anni di lavoro del Parlamento e ricomonciare daccapo, immaginando che in questo Parlamento ci sia una maggioranza per una riforma diversa. Ma questo significa non rispettare il lavoro che ha fatto il Parlamento. Nessuno ha costretto i parlamentari a votare a favore di questa riforma".

Successivamente, un comunicato dell'ufficio stampa del ministro ha specificato che "la frase della ministra Boschi, 'non rispetta il lavoro parlamentare', era chiaramente ed evidentemente riferita solo a coloro i quali oggi chiedono di ripartire da capo con il percorso delle riforme in Parlamento, come si evince ascoltando integralmente l'intervento della ministra". "E' infatti ovvio -ha proseguito la nota- che il Parlamento ha scelto di approvare questa riforma con maggioranze ampie per ben 6 volte (l'ultima volta tre mesi fa) e in modo del tutto democratico, nel pieno rispetto dell'art 138 della Costituzione, della legge, dei regolamenti. Contrariamente a quanto scritto, quindi -è la conclusione- la sua affermazione non era affatto riferita a chi legittimamente deciderà di votare No al referendum".

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