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Referendum, Prodi: "Riforma modesta, ma voto Sì"

30 novembre 2016 | 17.07
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(Fotogramma)
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"Per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale". Lo dichiara l'ex-premier Romano Prodi in una nota.

"Voglio solo ricordare - prosegue Prodi - che la mia storia personale è stata tutta nel superamento delle vecchie decisioni che volevano sussistere nonostante i cambiamenti epocali in corso. Questo era l’Ulivo. La mia vicenda politica si è identificata nel tentativo di dare a questo paese una democrazia finalmente efficiente e governante: questo è il modello maggioritario e tendenzialmente bipolare che le forze riformiste hanno con me condiviso e sostenuto".

"C’è chi ha voluto ignorare e persino negare quella storia, come se le cose cominciassero sempre da capo, con una leadership esclusiva, solitaria ed escludente. E c’è chi ha poi strumentalizzato quella storia rivendicando a sé il disegno che aveva contrastato. Anche se le riforme proposte - argomenta l'ex-premier - non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale".

"Un sì naturalmente rispettoso nei confronti di chi farà una scelta diversa. Dato che nella vita, anche le decisioni più sofferte debbono essere possibilmente accompagnate da un minimo di ironia, mentre scrivo queste righe mi viene in mente mia madre che, quando da bambino cercavo di volere troppo, mi guardava e diceva: 'Romano, ricordati che nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone'", conclude Prodi.

"Una modesta riforma costituzionale" è stata trasformata "in una sfida pro o contro il governo", sottolinea ancora Prodi. "Una rissa che ha trasmesso in Italia ed all'estero un senso di debolezza, qualsiasi sarà il risultato di questo referendum" mentre la "decisione sul contenuto della riforma" avrebbe dovuto essere "saggiamente" separata "dalla sorte del governo".

Il confronto sul referendum, legato alle sorti del governo, è "diventato una rissa sulla stabilità, inutilmente messa in gioco da un’improvvida sfida" e questo, continua la nota, "si trasformerà in un periodo (speriamo non troppo lungo) di inutile e dannosa turbolenza".

RENZI - "Fatemi dire grazie a Prodi che voterà sì, pur non condividendo tutto, ma riconoscendo che c'è un'esigenza del Paese". Questo il commento del premier Matteo Renzi ad Ancona.

D'ALEMA - "Non ho motivo di polemizzare con lui. Dovete chiederlo a lui". Così Massimo D’Alema a Catania ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare la decisione di Prodi di votare si al Referendum.

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