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Verdini: "No alla fiducia a un governo fotocopia"

12 dicembre 2016 | 18.09
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Di fronte a un ''governo fotocopia'' Ala e Sc puntano i piedi e minacciano di togliere la fiducia al nascente esecutivo Gentiloni. Con una nota congiunta Denis Verdini ed Enrico Zanetti -che ha rinunciato all'incarico di viceministro dell'Economia- lanciano un avvertimento al premier incaricato e anche al Colle: ''In questi giorni abbiamo rappresentato al presidente della Repubblica e successivamente al presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità: siamo convinti che il Paese abbia bisogno di un governo nella pienezza delle sue funzioni, sufficientemente forte per far fronte alle immediate emergenze economiche ed internazionali legate al ruolo del nostro Paese, e alla imprescindibile necessità di una legge elettorale che, a nostro avviso, non può che essere il frutto del lavoro del Parlamento della Repubblica e che doveva e deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio".

"Di tutto ciò - avvertono - non abbiamo avuto dal presidente del Consiglio incaricato alcun riscontro: al contrario apprendiamo la seria possibilità che venga varato un governo fotocopia, senza alcun approfondimento sulle questioni in campo. Di conseguenza, in coerenza con un’azione che in questi ultimi diciassette mesi ha assicurato al Paese la governabilità e la realizzazione di importanti provvedimenti senza alcuna contropartita, non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis".

La minaccia di Ala e Scelta civica potrebbe complicare il cammino del nuovo esecutivo al Senato. Allo stato, almeno sulla carta, Gentiloni può contare su una maggioranza variabile tra i 160 e 170 voti, ma con 18 senatori e 16 deputati Verdini potrà rendere difficile la vita al nuovo governo, dando battaglia sui singoli provvedimenti.

Se lo strappo consumato oggi non si dovesse ricomporre, dunque, ancora una volta sarà determinante il pallottoliere. Paolo Naccarato, senatore del gruppo Grandi Autonomie e libertà, getta acqua sul fuoco e assicura: ''Mi dispiace che Verdini ed il gruppo Ala non voteranno la fiducia al governo. Per quanto ne so, il governo non avrà alcun problema di numeri in relazione al voto di fiducia anche senza il loro apporto''. Fino ad ora Verdini è sempre stato leale alla maggioranza renziana. A cominciare dal ddl Boschi che nel gennaio scorso (con 180 sì, 112 no e un astenuto) è stato approvato grazie ai suoi voti e a quelli dei tosiani.

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