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M5S, Grillo rilancia: "Subito referendum per uscire da euro"

27 gennaio 2017 | 13.15
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Beppe Grillo (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Beppe Grillo (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Referendum sull'euro prima che sia troppo tardi. Dal suo blog, Beppe Grillo rilancia la battaglia per lasciare la moneta unica. Tornando a chiedere "un referendum" perché consentire "agli italiani di decidere sull'euro è essenziale, soprattutto alla luce di questi costi enormi a cui si va incontro. Gli italiani devono essere informati di cosa vuol dire restare nell'euro e cosa significa uscirne, in termini di costi e benefici. Il fattore tempo a questo punto è cruciale".

Per il leader M5S, "il 2017 offre all’Italia una ottima occasione per far sentire la sua voce in Europa. Entro il primo gennaio 2018 il Fiscal Compact dovrà essere ratificato nel quadro giuridico dell’Ue. E serve l’unanimità. Questo dà all’Italia la forza contrattuale necessaria per presentarsi alla Commissione europea e alla Bce e minacciare il suo veto in assenza di un accordo ad esempio sulla monetizzazione dei titoli di stato acquistati dalla Banca d’Italia nell’ambito del QE. Oppure in assenza di una road map verso gli Eurobond. Rimanere in questo Euro senza mutualizzazione del rischio e rispettando al contempo questo Fiscal Compact significa condannare il paese ad un progressivo impoverimento".

Per Grillo "l'austerità uccide, ma uscirne si può". Dunque riporta i calcoli di Marcello Minenna, docente alla London Graduate School of Mathematical Finance ma anche ex assessore al Bilancio della giunta Raggi entrato in rotta di collisione con la prima cittadina. Per l'economista, spiega il leader 5 Stelle, "da adesso in poi rinviare l’uscita dall’euro e dunque la ridenominazione costa all’Italia circa 70 miliardi all’anno, metà come maggiori perdite e metà come minori guadagni".

Grillo tira dunque le somme. "Lo svantaggio dell’enorme debito italiano (anche quello del settore privato) può diventare un punto di forza - scrive - L’Italia è la terza economia dell’area euro e il nostro debito pubblico è più di 6 volte quello greco: questo ci dà la forza per negoziare alla pari la flessibilità di cui abbiamo bisogno per ripagare i nostri creditori. Altrimenti l’Europa a trazione tedesca continuerà a dare le carte; e non ci vuole molta fantasia per capire che ci attende lo stesso drammatico copione della Grecia, a partire dalla ristrutturazione del debito pubblico italiano già 'suggerita' dai consiglieri economici della Merkel".

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