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Caso Genova, Cassimatis annuncia ricorso al Tar: "Voglio le scuse di Grillo"

28 marzo 2017 | 14.13
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(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

"E' lecito che ci si sbagli o che qualcuno si faccia mal consigliare nelle azioni. Ci sta, siamo uomini. Però devono esserci le scuse. Secondo me lo spessore politico dev’essere anche quello di ammettere l'errore". Lo dice Marika Cassimatis, insegnante genovese ed ex candidata sindaco del M5S alle comunali di Genova, sconfessata da Beppe Grillo che non ha concesso il simbolo del gruppo alla sua lista, nonostante la scelta della rete. Durante un incontro con la stampa tenutosi oggi a Genova Cassimatis ha chiesto scuse pubbliche e annunciato il ricorso al Tar.

"Al Tar noi presentiamo un'istanza di sospensione della lista di Pirondini perché riteniamo che la votazione, estesa al nazionale per una questione locale, sia contraria al regolamento del M5S", ha affermato Cassimatis, "e, per contro, chiediamo la riabilitazione della nostra lista nel caso non vengano fuori delle prove concrete e importanti relative alle accuse che ci sono state fatte". Dopo il simbolo negato alla lista Cassimatis erano infatti previste nuove votazioni online - estese a base nazionale, per la scelta del candidato sindaco Cinque Stelle di Genova - che avevano visto la vittoria dello sfidante Luca Pirondini.

Durante l'incontro con la stampa l'insegnante ha chiesto ancora una volta chiarezza allo staff del M5S sulla scelta che ha invalidato nei fatti la sua candidatura e quella della sua lista. "Chiediamo i documenti che ci accusano di pesanti attività contro il Movimento", ha affermato, "posso parlare per me e non c'è nulla che possa provare che io abbia fatto attività contro il Movimento. Stiamo chiedendo da dieci giorni questi documenti e non sono arrivati". "Io - ha sottolineato - sono un'insegnante. Se mi si dice che sono una 'mela marcia' questo lede anche la mia professionalità. Vogliamo pubbliche scuse per quanto è accaduto in assenza di riscontri soggettivi e rilevanti".

L' ex candidata ha poi citato il post apparso sul blog di Grillo lo scorso 17 marzo e per cui ha sporto una querela nei confronti del leader M5S e del deputato Alessandro Di Battista. "Un post di quel tipo - ha spiegato - ha esposto delle persone che in modo totalmente disinteressato si sono occupate di politica per anni per il Movimento 5 Stelle: venir trattati in questo modo generico e soprattutto offensivo richiede delle profonde scuse".

"Quella - ha risposto ai cronisti che chiedevano se le scuse pubbliche fossero condizione per il ritiro delle querele - è un'assunzione di responsabilità. Chi ha detto certe cose se ne assume la responsabilità. Siamo tutti maggiorenni però diciamo che noi abbiamo bisogno assolutamente di una dichiarazione formale sul fatto che la nostra lista non è fatta da persone deprecabili, da chissà chi. Perché con quelle frasi si poteva pensare che ci fosse veramente il camorrista tra di noi. E invece siamo persone normali, insegnanti, c’è un medico, un architetto, studenti universitari". "E veramente pesante - ha proseguito - pensare che un leader politico possa aver messo alla berlina delle persone che fino all’altro ieri hanno lavorato per lui, gratuitamente, mettendoci tutta la passione".

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