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Pdl Richetti

Taglio vitalizi, ecco quanto si risparmierebbe

26 luglio 2017 | 10.52
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(Fotogramma)
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di Laura Botti

Riprende oggi alla Camera l'esame della pdl Richetti per lo stop ai vitalizi che, dopo il voto finale di Montecitorio previsto entro oggi, passerà al Senato per il via libera definitivo. Ma la battaglia politica resta accesissima, nonostante sulla carta i numeri dicono che la legge dovrebbe passare con ampio margine. I sì annunciati sono infatti quelli del Pd, dei 5 Stelle, della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.

La legge, nella sua filosofia, prevede l'addio ai vitalizi dei parlamentari, con l'arrivo anche per deputati e senatori del sistema previdenziale contributivo, vigente per i dipendenti pubblici. Un sistema interamente contributivo, che sarà applicato non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli che - terminato il mandato - percepiscono gli assegni vitalizi. Quanto si risparmierebbe?

Con le nuove norme la spesa per i vitalizi si ridurrebbe del 40%. "I vitalizi dei parlamentari sono quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati'', spiegò nel maggio scorso Tito Boeri, in audizione nella commissione Affari costituzionali della Camera. Il risparmio, osservò il presidente dell'Inps, sarebbe "in grado di contribuire in modo significativo alla riduzione della spesa pubblica o al finanziamento di programmi sociali''.

Portando le prestazioni parlamentari ai valori normali infatti la spesa scenderebbe a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro all'anno (760 milioni nei prossimi 10 anni). Nel dettaglio, con l'applicazione del sistema contributivo il vitalizio parlamentare minimo passerebbe da 26.379 euro a 2.487 euro, mentre quello medio scenderebbe da 56.830 euro a 33.568 euro. I tagli interesserebbero il 96% dei casi.

La legge prevede inoltre che il parlamentare, per avere diritto alla pensione, dovrà avere esercitato il mandato per almeno 5 anni, mentre la pensione si potrà ricevere a partire dal compimento dei 65 anni di età. Infine è prevista la costituzione, presso l'Inps, di una apposita sezione per la gestione separata dei fondi destinati al trattamento previdenziale dei parlamentari, norma quest'ultima che - bocciata dalla Commissione Bilancio - potrebbe palesare un rischio di incostituzionalità.


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