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Cnel cerca rilancio, Gualaccini: "Superare deficit credibilità"

11 settembre 2017 | 20.33
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(Fotogramma)
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Il Cnel come "certificatore" della rappresentanza nel settore privato, ma anche punto di riferimento in ambito Ue per la misurazione della produttività del Paese. Sono le attribuzioni a cui punta la nuova consiliatura dell'organismo di Villa Lubin. "Le polemiche referendarie appartengono al passato, ora con il presidente Tiziano Treu lavoriamo per il futuro", dice all'Adnkronos Gian Paolo Gualaccini, il vice presidente dell'organismo che, sopravvissuto al referendum costituzionale sulle riforme dell'anno scorso, ha da poco rinnovato la sua composizione di 64 membri (dal mondo sindacale, professionale, imprenditoriale, e sociale).

Gualaccini sgombra subito il campo dalla questione-costi: "L'impegno dei consiglieri -sottolinea- è a titolo gratuito. Sarà il nuovo Parlamento, eventualmente, a cambiare le cose. Sappiamo che abbiamo una responsabilità verso l'opinione pubblica e lavoriamo come una sorta di club di volontariato. Ma restiamo un organismo di rilievo costituzionale che può dare il suo contributo costruttivo al Paese. La nostra spending review, comunque, l'avevamo iniziata dal 2011 e, a tutto il 2016, il Cnel ha resitituito allo Stato 37 milioni di euro".

E allora, almeno due sono le priorità per rilanciare l'istituzione: "Puntiamo ad ottenere, ma serve una norma di legge, il ruolo di 'certificatore' della rappresentanza sindacale nel settore privato. Oggi, infatti, ci si trova di fronte a ben 850 contratti collettivi e, spesso, non si sa chi rappresenta chi. Su questa possibilità c'è un documento sottoscritto da Cgi, Cisl, Uil e Confindustria".

In secondo luogo, il Cnel punta, spiega Gualaccini, a diventare, secondo quanto prevede una raccomandazione Ue, "organismo di riferimento per quanto riguarda la misurazione della produttività del Paese. Chi meglio del Cnel, luogo di incontro delle realtà economiche e sociali, può realizzarlo?".

In preparazione, inoltre, ci sono la Relazione sulla qualità dei servizi pubblici, realizzata l'ultima volta nel 2014 e poi bloccata per la vicenda referendaria, e il Rapporto sul mercato del lavoro. Su quest'ultimo versante, il vice presidente del Cnel non anticipa dati che saranno pubblicati a fine anno, ma mentre saluta positivamente i numeri sul fronte della produzione, ammette che "c'è molto da fare sul fronte dell'occupazione, soprattutto giovanile, e dell'integrazione sociale, perché le recenti misure rischiano di lasciare senza reddito troppe persone".

Insomma, "sappiamo che la strada è in salita -conclude Gualaccini- e con il presidente Treu c'è la consapevolezza che c'è un deficit di credibilità da recuperare". Né un 'colpo' alle ambizioni di rilancio può arrivare dalla vicenda del ventilato cambio di sede, a favore, si era detto, di altre istituzioni: "Non ci sarà nessuno 'sfratto'", assicura il vice presidente.

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