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Fake news, tutti contro tutti

28 novembre 2017 | 08.25
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(Fotogramma)
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E' scontro tra M5S e Pd sulle fake news, dopo l'articolo pubblicato sul 'New York Times' e l'inchiesta del sito di notizie Buzzfeed che segnalavano il rischio che le elezioni italiane vengano inquinate dalle notizie bufala. Ieri i 5 Stelle hanno respinto le accuse su un coinvolgimento in siti di fake news, bollandole come "una follia". Sul blog di Beppe Grillo scrivono: "Sul web ognuno, anche per mero scopo di guadagno attraverso la pubblicità, chiuso nella sua stanza può scegliere di aprire più di una piattaforma e pubblicare quel che vuole. Ma ciò non significa che ci debba essere un coinvolgimento della forza politica di riferimento".

"Se sono un tifoso di calcio - continuano - e apro una pagina in cui diffondo notizie false sul Torino non significa che io sia a libro paga della Juventus. Anzi, è una follia solo pensarlo". Venerdì il 'New York Times' aveva pubblicato un articolo citato da Matteo Renzi in apertura della Leopolda, lanciando l'allarme sul rischio che il voto in Italia possa essere inquinato dalle fake news. E il segretario del Pd, chiudendo la kermesse fiorentina, ha annunciato che "ogni 15 giorni il Pd presenterà dei rapporti ufficiali sulla rete di tutte le schifezze che troviamo".

Secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense, inoltre, una pagina non ufficiale di propaganda del Movimento condividerebbe con la pagina ufficiale di 'Noi con Salvini' gli stessi codici Google. A tal proposito, i 5 Stelle hanno subito replicato che "non ci vuole un genio a capire che questi siti nascono spontaneamente", e hanno puntato il dito contro Andrea Stroppa, l'esperto di cyber security che ha realizzato il report citato dal New York Times.

"Le due inchieste arrivano, guarda il caso, alla vigilia della Leopolda di Matteo Renzi, quest'anno dedicata, guarda ancora il caso, proprio alle fake news. Entrambi i pezzi, apparentemente indipendenti - denunciano i 5stelle sul blog - nascono però da una ricerca condotta da un tecnico del web non strettamente indipendente, Andrea Stroppa, che di fatti viene citato nei due articoli". "Chi è Andrea Stroppa? - incalza il blog di Grillo - E' un giovane esperto informatico, da tempo arruolato nella Cys4, la società di sicurezza presieduta da Marco Carrai. Chi è Marco Carrai? E' il braccio destro di Matteo Renzi, nonché grande sostenitore delle sue campagna elettorali, al quale l'ex premier voleva persino affidare la guida dei servizi segreti italiani".

"In sostanza, Buzzfeed e il New York Times pubblicano due articoli spacciandoli per inchieste giornalistiche sulle fake news partendo da una ricerca condotta da un dipendente di Marco Carrai, fonte - vista la sua estrema vicinanza a Matteo Renzi - piuttosto discutibile. E lo fanno proprio alla vigilia della Leopolda di Matteo Renzi, aperta all'insegna delle fake news - accusa il blog - puntando il dito ancora una volta contro il M5S".

Quanto ai rapporti con Marco Carrai, Stroppa ieri ha smentito di essere in società con l'imprenditore toscano. Circostanza confermata sulle pagine del 'Corriere della sera' da parte di Carrai. "Stroppa lo conosco e per un periodo ha collaborato con una mia società - ha detto l'imprenditore -. Chiunque può andare al registro delle Camere di commercio e vedere che non ho mai avuto società con lui".

I Cinque Stelle però non ci stanno e rincarano la dose. "Quella dei due quotidiani è un'altra fake news sulle fake news - rimarcano -. Le due testate avrebbero infatti dovuto approfondire quanto meno la ricerca invece di prendere come oro colato lo studio di un giovane sotto contratto con la coppia Carrai/Renzi. Se lo avessero fatto, magari consultando un esperto in materia realmente autonomo e senza alcuna tessera di partito, avrebbero compreso che l'accusa mossa è priva di ogni logica".

Nella sua e-news Renzi ha replicato ai 5 Stelle: "A noi basta solo una riflessione: chi vuole inquinare il dibattito politico ci troverà fermamente dalla parte della verità. Se gli altri partiti politici vogliono fare altrettanto non importa che gridino al complotto: basta che dimostrino la propria trasparenza". E sulle fake news è intervenuto anche il presidente Pd, Matteo Orfini, che a Radio Capital ha sottolineato: "Dire che le fake news le diffondano i media tradizionali mi sembra una posizione un po' strampalata, perché nei casi in cui giornali o tv incorrano in degli errori ci sono tutti gli strumenti e le leggi per contrastarli".

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