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Elezioni, il risiko delle alleanze

11 dicembre 2017 | 12.27
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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E' iniziato. Il risiko delle alleanze in vista delle prossime elezioni entra nel vivo. E lo fa a partire dal progetto di coalizione del centrosinistra, che dopo il niet di Pisapia si ritrova scoperto a sinistra, mentre cerca di trovare intese strategiche con Emma Bonino e +Europa e con gli alfaniani di Ap, divisi tra chi è tentato di allearsi con Forza Italia e chi invece si vede già proiettato nelle file del Pd. E mentre forzisti e Lega sembrano vicini a un accordo, il Movimento Cinque Stelle prosegue la sua corsa in solitaria.

Il neonato movimento guidato da Pietro Grasso, Liberi e uguali, guarda invece ai grillini. Bersani ai microfoni di SkyTg24 ha rimarcato che andrebbe "a un tavolo con i 5 Stelle dopo il voto, ma magari stavolta lo chiederei io lo streaming". E se è vero che grande è la confusione sotto al cielo dei centristi, ora i riflettori sono tutti puntati sulle alleanze da stabilire, soprattutto in vista della Direzione Ap di oggi, che dovrà decidere la collocazione in vista delle prossime elezioni politiche.

DOVE VANNO GLI ALFANIANI - Alfano ha detto chiaramente che non si ricandiderà. E ora la domanda che tiene banco sia nel centrodestra sia nel centrosinistra è: chi seguiranno gli alfaniani? Ieri è stata convocata la segreteria di Alternativa Popolare ma nulla di fatto è stato deciso. Oltre al presidente Angelino Alfano, hanno partecipato il coordinatore e il vicecoordinatore, Maurizio Lupi e Tonino Gentile, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e i componenti della segreteria politica Fabrizio Cicchitto, Paolo Alli, Dore Misuraca e Sergio Pizzolante. Sul tavolo il tentativo di trovare una soluzione unitaria che eviti una conta e una spaccatura o abbandoni traumatici del partito da parte di coloro che non dovessero condividere la linea prevalente.

In pratica però restano le divisioni tra chi, come la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, e il presidente della commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto, continuano a ritenere necessario un accordo con il Pd, e chi invece, come il coordinatore, Maurizio Lupi, considera esaurita, come anche ha riaffermato oggi, l'esperienza di alleanza con i dem e spinge per una corsa solitaria di Ap. "Niente spaccature né scissioni, continuo a lavorare per l'unità di Alternativa popolare" ha scritto ieri su Twitter Lorenzin.

RENZI E I DEM - Giuliano Pisapia avrà pure gettato la spugna ma Matteo Renzi va avanti con il progetto di coalizione di centrosinistra senza scoraggiarsi. La settimana scorsa, dal viaggio in Sicilia, ultima tappa di 'Destinazione Italia', Renzi si è informato della situazione e ha iniziato a tempestare di sms i 'pisapiani', uno a uno. "Ma Ciccio va con gli altri?", ha scritto a un deputato ex Sel. E fonti del Nazareno hanno fatto sapere che "con il Pd ci sarà sicuramente una lista di sinistra con ex Sel come Massimo Zedda, Massimo Smeriglio, Luciano Uras, Michele Ragosta e Dario Stefano e una lista centrista con Pier Ferdinando Casini e Beatrice Lorenzin". Con Emma Bonino e +Europa, invece, dialogo aperto nel tentativo di chiudere un accordo. L'obiettivo resta sempre lo stesso, come ha spiegato Maria Elena Boschi: "Ci presenteremo in tutti i collegi e supereremo il 30% in tutti i collegi".

Il 'niet' di Pisapia ha però lasciato scoperto il Pd sul fianco sinistro. E infatti l'esito del balletto ingaggiato con l'ex sindaco di Milano negli ultimi mesi ha lasciato qualche strascico polemico nel Pd. Ma è soprattutto la sinistra interna al partito a rumoreggiare. Andrea Orlando non ha aperto formalmente fronti polemici, ma dalla sua area è trapelata una prima valutazione in senso fortemente negativo: "Altro che prateria, davanti a noi si apre un burrone. La casa comune rischia di dissolversi, urge una riflessione". Per non restare vittima del Rosatellum, che impone la coalizione, i dem si affidano quindi a Casini e Lorenzin (che trascinerebbe una parte di Ap) e a qualche (ormai) ex Cp come Bruno Tabacci al centro.

A sinistra i dem continuano a lavorare con il Psi di Riccardo Nencini, che con Angelo Bonelli hanno avviato concretamente il lavoro comune, in una lista in cui dovrebbero trovare spazio gli ex Scelta civica Valentina Vezzali, Angelo D'Agostino e Ernesto Auci, che hanno fondato Civici europei. Al Nazareno restano, poi, in attesa di un cenno di Romano Prodi. Che potrebbe concretizzarsi nel via libera ad un gruppo di prodiani, guidati da Giulio Santagata, a partecipare alla coalizione del Pd. Un progetto cui l'ex ministro di Prodi stava lavorando insieme a Giuliano Pisapia fino alla frattura di qualche giorno fa.

"NO CON BERLUSCONI" - Quanto all'ipotesi di un'alleanza di governo con Silvio Berlusconi ieri Renzi ha detto un secco "no". Intervistato da 'La Repubblica', il segretario del Pd non ha dubbi. "Anche perché - ha aggiunto - Berlusconi è bravissimo a camuffarsi. In questa campagna elettorale sembra un passante. Ma ce lo ricordiamo vero che lui è il principale responsabile di questi lustri? Che lui è mister spread? Che sta ripromettendo le stesse cose del 1994 perché non le ha mai fatte? E le uniche promesse mantenute, dall'Imu all’Irap, gliele abbiamo realizzate noi. Io non contesto ciò che Berlusconi ha fatto: contesto ciò che Berlusconi non ha fatto".

M5S IN SOLITARIA - E ribadisce l'intenzione a voler correre in solitaria il Movimento Cinque Stelle, come ha detto Luigi Di Maio in un'intervista rilasciata al Tg3. "Intese, alleanze, coalizioni fanno parte del vocabolario della vecchia politica - ha detto il vicepresidente della Camera -. Noi arriveremo come prima forza politica alle elezioni del 2018. Siamo già la prima forza politica del Paese. La sera delle elezioni vedremo le coalizioni di centrodestra e centrosinistra disgregarsi. Io chiederò l'incarico di governo al Presidente della Repubblica e seguendo le procedure costituzionali, consulterò tutte le forze politiche avviando delle consultazioni".

E MELONI? - Come annunciato da Silvio Berlusconi, in settimana si insedierà il tavolo del programma del centrodestra. Dopo i contatti con Matteo Salvini, il Cav ha sentito anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Nella settimana che precede il Natale, a quanto si apprende, dovrebbe tenersi l'atteso incontro tra Berlusconi, Salvini e Meloni. "Io mi fido di tutti ma penso sia necessario dire con chiarezza agli italiani prima di andare a votare cosa vogliamo fare con i voti che prenderemo - ha spiegato la leader di FdI a 'Otto e mezzo' -. E ho detto che Fratelli d'Italia farà un governo solo con gli stessi alleati con cui ha fatto campagna elettorale"

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