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Vitiello: "Io impresentabile? Anche Rousseau era massone"

19 febbraio 2018 | 15.25
LETTURA: 4 minuti

(Facebook /Catello Vitiello)
(Facebook /Catello Vitiello)

"Come avrei potuto immaginare che un Movimento che usa la piattaforma 'Rousseau', il cui nome deriva dal filosofo Jean-Jacques, ritenuto uno dei padri della massoneria moderna, fosse contrario alla massoneria? Di che cosa parliamo?". Lello Vitiello, avvocato penalista di Castellammare di Stabia candidato con il M5S alla Camera, non si dà pace dopo la scomunica piovuta su di lui dai vertici pentastellati a causa dei suoi trascorsi nella massoneria.

'Oratore' della loggia napoletana Sfinge - aderente all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia - ma in 'sonno' da fine gennaio, Vitiello è stato espulso dal M5S per aver violato l'articolo 6 del nuovo Regolamento grillino, che vieta la candidatura di persone iscritte ad associazioni massoniche e, soprattutto, per non aver informato i vertici del suo passato. Non solo: insieme agli altri candidati-massoni, Vitiello sarà anche denunciato per danno d'immagine da Luigi Di Maio. "Ma il vero danno d'immagine - dice all'Adnkronos l'avvocato stabiese - lo sto subendo io. Facciano quello che vogliono, io so come tutelarmi".

Diffidato dall'utilizzo del simbolo M5S, Vitiello non intende retrocedere di un millimetro: "Non ritiro la mia candidatura e continuo a usare il simbolo perché sono un candidato del Movimento. Non lo faccio per la poltrona ma per il mio nome, che non può essere calpestato. Io non sono un impresentabile, sono un professionista. Non merito tutto questo. E' una campagna di fango che non sta né in cielo né in terra. Per fortuna i miei figli sono piccoli e non capiscono quello che mi sta accadendo. Ma se qualcuno un giorno dovesse dire loro che sono figli di un impresentabile, potrei anche morire per una cosa del genere", si sfoga.

Secondo Vitiello, i 5 Stelle "sono stati mal consigliati: se avessero detto dal primo momento 'siamo contro la massoneria deviata', io sarei stato con loro. Ma la massoneria sana - rimarca il legale - ha fondato i principi della Repubblica. Alcuni massoni erano in commissione per scrivere la legge sul divorzio, hanno portato avanti battaglie importanti. Io in massoneria ho imparato la storia dell'arte, la storia d'Italia. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la P2. In massoneria io ho solo fatto del bene, lavorando anche gratis".

Se eletto, fuori ormai dal futuro gruppo parlamentare M5S, sarà sensibile alle sirene degli altri partiti? "Piuttosto resto a casa. Non mi metto con gli altri partiti, non vivo di politica. Continuerò a considerare il Movimento l'unica forza credibile e lo appoggerò", risponde Vitiello, che spera ancora in una riappacificazione con i pentastellati: "Credo che si possa ancora aggiustare il tiro. Mi hanno candidato (e l'ha deciso Di Maio, tramite il suo braccio destro De Falco) perché ho un curriculum che parla per me. Non vedo come questo sgambetto possa cambiare le carte in tavola".

I simpatizzanti M5S di Castellammare come hanno vissuto la vicenda della sua esclusione? "Nella vita di un uomo arriva sempre il momento del redde rationem: su 100 persone, 98 mi hanno compreso e abbracciato. Alcune di loro - e non ho difficoltà a dirlo - mi hanno addirittura confidato: 'Lello, per noi conti solo tu, del resto non ci importa'", conclude il legale campano.

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