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Il retroscena

Forza Italia, alta tensione

08 marzo 2018 | 15.51
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(Fotogramma)
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Nervi sempre tesi in casa Forza Italia per il 14% nazionale ottenuto alle urne. Lo storico sorpasso della Lega rischia di scoperchiare il vaso di Pandora, facendo emergere vecchi rancori e soprattutto allargando il divario tra la cosiddetta ala nordista filosalviniana di Giovanni Toti, Paolo Romani e Niccolò Ghedini e il fronte sudista, che continua a sentirsi penalizzato e denuncia la 'salvinizzazione' del movimento.

In tanti poi si chiedono quando verrà realizzata quella 'rivoluzione azzurra' più volte annunciata da Silvio Berlusconi prima del voto, a maggior ragione ora resa necessaria, di fronte a un partito che per la prima volta ha perso il primato all'interno della coalizione. Non a caso, il parlamentare forzista Antonio Angelucci denuncia: ''Ora la domanda che una classe dirigente seria si dovrebbe porre è: che ne sarà di questo partito? Nella eventualità, certo non remota, che si debba tornare rapidamente a votare, chi fermerà la doppia emorragia (a Nord verso la Lega, a Sud verso Grillo)?".

In attesa del 'verbo' di Arcore sono già iniziate le grandi manovre interne per la composizione dei gruppo e la scelte dei vertici (capigruppo e 'vice'). Per evitare ulteriori polemiche in questa fase di transizione e di grande confusione, raccontano fonti azzurre, saranno confermati presidenti dei deputati e dei senatori, Paolo Romani e Renato Brunetta. Spetterà loro, dunque, guidare la delegazione del partito al Colle quando sarà il momento di fare le consultazioni. Poi si vedrà.

Adesso meglio lasciare le cose come stanno, che alimentare nuove fibrillazioni. Naturalmente, come sempre capita in questi casi, il 'totonomi' è già cominciato da tempo e stavolta si parla di una preferenza per capigruppo in rosa con buona presenza televisiva. Secondo gli ultimi boatos per Montecitorio le 'favorite' sarebbero Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini.

Si parla di un vero e proprio testa a testa tra di loro. In alternativa, tra i papabili ci sarebbero Roberto Occhiuto e Simone Baldelli. Per Palazzo Madama si fa il nome di Anna Maria Bernini, anche se Romani potrebbe 'riprovarci', così come vengono dati in partita pure Lucio Malan e Andrea Mandelli, fedelissimo del Cav e trait d'union tra Fi e il mondo delle professione, presenza fissa a Villa Gernetto.

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