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L'intercettazione segreta

18 marzo 2018 | 10.39
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Aldo Moro (Fotogramma)
Aldo Moro (Fotogramma)

Esiste un documento che potrebbe "fare luce su altri misteri" legati al sequestro e all'uccisione del presidente della Dc, Aldo Moro. A rivelarlo in esclusiva all'ADNKRONOS Luigi Li Gotti, che ha rappresentato i familiari dell'appuntato Domenico Ricci e del maresciallo Oreste Leonardi, uomini della scorta di Moro.

Secondo l'avvocato, che è stato sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo Prodi, si tratta di un "documento inedito mai diffuso", una "trascrizione di una intercettazione ambientale del dialogo fra due detenuti di cui uno di alto livello terroristico" avvenuta "in un carcere di massima sicurezza".

Ma c'è di più. Secondo quanto riferito Li Gotti non esisterebbe "solo il documento di trascrizione dell'intercettazione ma, come dice, "esisterebbe il nastro della registrazione di questa intercettazione" che potrebbe essere ancora custodito in qualche cassetto "del ministero dell'Interno". "Nel processo Moro quater - racconta il legale - arrivarono dalla Presidenza del Consiglio tantissimi documenti, casse di documenti che mi andai a guardare e trovai, fra questi, che nel 1979 erano stati trasmessi alle varie autorità documenti particolari che riguardavano la trascrizione di una intercettazione ambientale fatta in un carcere di massima sicurezza e relativa alla conversazione fra due detenuti".

"Appresi, e apprendemmo, quando vidi questa documentazione, che l'autorità giudiziaria - sostiene ancora il legale - avuta cognizione di tale documentazione la restituì al mittente dicendo che, trattandosi di persone ignote - gli intercettati -, non potevano fare ingresso nel processo, essere cioè messi come elemento di prova. Per cui si disse di individuare i nomi degli intercettati e poi di rimandare il documento completo". Ma, chiarisce Li Gotti, "da quel momento non arrivò più nulla e solo nel 1990 venne fuori questo carteggio e presi conoscenza di questa trascrizione che riguardava il sequestro ed il trattamento che aveva Moro durante la prigionia".

"La conversazione fra i due detenuti ha molti omissis, ci sono rumori di fondo quindi non tutto è comprensibile, ma forse - dice Li Gotti - la registrazione con le tecniche attuali, migliori di quelle esistenti nel 1979, potrebbe essere migliorata, si potrebbero enucleare i rumori e comprendere meglio la parte 'politica' della conversazione poco chiara".

Il legale riferisce ancora che nel documento in cui è trascritta l'intercettazione emerge che, durante la prigionia, "Moro otteneva tutto quello che di cui aveva bisogno, si lavava anche quattro volte, mangiava bene, si faceva la doccia, scriveva". "E' stato trattato come un signore" riferisce ancora l'ex Sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo Prodi.

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