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Governo

No alle avances di Di Maio

04 aprile 2018 | 06.52
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(FOTOGRAMMA)
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"Non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier". Con i piedi puntati sull'Aventino, il Pd si appresta a salire giovedì al Quirinale per il primo giro di consultazioni. Andrea Marcucci, uno dei più decisi difensori del no a una collaborazione di governo, ha rinnovato il 'niet' di fronte alle nuove 'avances' di Luigi Di Maio "coerentemente con le decisioni assunte in Direzione".

Per il capogruppo dem al Senato, "la proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile". La trincea costruita dai renziani attono alla linea di opposizione, prima del via delle consultazioni, quindi sembra reggere. La delegazione dem (Maurizio Martina, Matteo Orfini e i capigruppo Marcucci e Graziano Delrio) "ha un mandato chiaro", sempre per usare le parole del presidente dei dem a palazzo Madama.

MARTINA - Lo stesso Martina, che ha avviato un paziente giro di contatti con tutti i big, lo ha ribadito. "Abbiamo un impegno sancito unitariamente alla Direzione: il riconoscimento del voto del 4 marzo quando la volontà popolare si è espressa molto chiaramente". Ma il Pd resta un partito in ebollizione, dove ogni minima discussione rischia di sfociare in polemica.

GUERINI - "Ascolteremo il presidente Mattarella e vedremo se ci saranno indicazioni, non saremo insensibili al suo lavoro delicato" ha premesso il reggente a proposito delle consultazioni. Un'impostazione che ha fatto sussultare più di un renziano: "Il Pd dirà al presidente Mattarella che non siamo disponibili" è stata invece la formula usata da Marcucci. E anche Lorenzo Guerini, sempre pronto a smussare ogni angolo, spiegava che "basta guardare la Costituzione: nelle consultazioni il presidente 'consulta' i partiti'. Tutto qui".

MARCUCCI - Il pensiero è sempre a quel 'governo di tutti' che potrebbe fare proseliti al Nazareno e che non entusiasma i renziani. "Un secondo giro di consultazioni vorrebbe dire che saranno emerse delle novità che andrebbero valutate. Pero' ribadisco che la nostra linea è e sarà opposizione" ha spiegato ancora Marcucci.

ASSEMBLEA - Intanto il Pd discute anche sull'Assemblea, che i renziani avrebbero preferito spostare più in avanti possibile, anche dopo il prossimo voto amministrativo di giugno. "La convocazione dovrebbe arrivare a breve, c'è l'idea di tenerla entro aprile, anche perché ci sono delle indicazioni statutarie da seguire" ha annunciato Martina anticipando tutti. Per l'ufficialità bisognerà attendere la lettera di convocazione firmata dal presidente Matteo Orfini, che dovrebbe partire a ore, ma per la data si parla sempre del 21-22. In quella sede, dove per ora i renziani hanno dalla loro i numeri, si potrebbe aprire la discussione sulla linea del partito.

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