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Di Maio al Pd: "Sotterriamo l'ascia di guerra"

07 aprile 2018 | 10.18
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

"Non sto rinnegando le nostre idee né le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd, e che anche il Pd non ci ha risparmiato. Credo però che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l’ascia di guerra. A noi viene chiesto l’onere di dare un governo al Paese, ma tutti hanno il dovere di contribuire a risolvere i problemi della gente e di mostrare senso di responsabilità". Lo ha detto il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, in un'intervista a 'la Repubblica'.

M5S abbandonato

"Il governo si fa per risolvere i problemi concreti della gente - ha continuato Di Maio - e abbiamo il dovere di provarci partendo dalla situazione uscita dalle urne: forze politiche distanti, ma che devono trovare una sintesi su temi cruciali, portando ognuna le proprie soluzioni e proposte. Con chi troveremo le convergenze maggiori, lavoreremo".

Il candidato premier del M5S non sottovaluta le distanze che separano il M5S dal Pd e dalla Lega. "Il punto non è questo - ha continuato ripetendo il metodo del 'contratto di governo' - ognuno porta le sue idee, il contratto si scrive insieme. Per questo ci sediamo intorno a un tavolo, per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro".

Di Maurizio Martina, ha detto che "è una persona con cui si può parlare e spero che il Pd si sieda al tavolo" e ha assicurato di non aver mai posto un 'embargo' su Renzi. "Non ho mai posto veti o parlato di Pd 'derenzizzato' come qualcuno ha scritto. Quello che abbiamo sempre contestato è la linea di totale chiusura decisa dal Pd all’indomani delle elezioni. Oggi il nostro appello sincero a mettere da parte le asperità per il bene del Paese è il segnale che gli italiani ci chiedono per dimostrare che siamo una forza politica all’altezza della situazione complessa nella quale ci troviamo e capace di governare".

Nell'intesa di governo, invece, resterà fuori Fi. "Berlusconi rappresenta il passato. Poteva cambiare l’Italia e non lo ha fatto". Ma Berlusconi, Salvini e Meloni andranno uniti alle consultazioni. "Salvini sta scegliendo la restaurazione invece della rivoluzione". Il segretario della Lega "ha dimostrato di saper mantenere la parola data, ora vediamo se avrà la forza di dimostrare la sua autonomia politica da Berlusconi".

Di Maio spiega la differenza tra 'inciucio' e contratto di governo. "Le alleanze per anni sono state il mettersi insieme per autoconservarsi e autotutelarsi. Stiamo proponendo invece di mettere al centro solo ed esclusivamente l’interesse dei cittadini. Il contratto è una garanzia in questo senso: dentro ci mettiamo le cose da fare per le persone fuori dai palazzi, e non quelle dentro i palazzi. E quelle cose facciamo".

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