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La strategia del Cav

19 aprile 2018 | 06.57
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(Fotogramma)
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'Non farò nessun passo indietro, figuriamoci di lato...'. Dopo un consulto a palazzo Grazioli con lo stato maggiore di Fi (prima con Gianni Letta e Niccolò Ghedini poi con i capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, ricevuti alle 18), Silvio Berlusconi, raccontano, arriva carico per le consultazioni con la presidente incaricata, Elisabetta Alberti Casellati. Il Cav è determinato a non concedere nulla a Luigi Di Maio, ma decide di usare toni più concilianti senza chiudere definitivamente la porta in faccia ai cinque stelle: io sono qui, il Paese ha bisogno di stabilità e senso di responsabilità, ma se non cade il veto su di me e sulla presenza di Fi non si fa nessun governo di centrodestra, la trattativa nemmeno inizia.

Al termine del colloquio con Casellati a palazzo Giustiniani (iniziato poco dopo le 18.30 di ieri e durato un'ora), una volta constatato il nulla di fatto del primo giro di consultazioni a causa del muro contro muro tra Salvini e Di Maio, il leader azzurro si è presentato nella Sala degli Specchi davanti a tv e stampa per ribadire senza 'strappi verbali' che la premiership spetta a Salvini, il centrodestra esiste (''non è una coalizione artificiale'') e che ''Fi non ha mai posto veti nei confronti di nessuno, se mai li ha subiti", dai cinque stelle appunto. I toni più soft vengono subito notati da Giancarlo Giorgetti, ospite in serata di 'Porta a Porta': ''Rispetto all'atteggiamento un po' conflittuale delle precedenti consultazioni, Berlusconi è stato più aperto, questa è la notizia di oggi e noi lo valutiamo favorevolmente''.

Il numero due di via Bellerio stavolta non molla Fi, anzi sembra bacchettare Di Maio, confermando l'asse con il Cav: ''Almeno Di Maio faccia uno sforzo e rinunci a uno dei due veti...''. E Matteo Salvini da Catania tiene il punto: "L'unico governo che può rispecchiare il voto è il centrodestra con il Movimento 5 stelle. Sono leale nei confronti non dei partiti ma degli elettori. Non è Salvini che deve mollare qualcuno. Io mantengo fede al voto di un mese fa". Tradotto: non c'è rottura con Forza Italia.

Rientrato in serata a via del Plebiscito, Berlusconi è tornato a riunire i suoi fedelissimi, presenti Gelmini Bernini e il governatore ligure, Giovanni Toti, per preparare il secondo round di oggi, dove il centrodestra non andrà in ordine sparso ma con una delegazione unica, ovvero i tre leader più i capigruppo. Sul tavolo dell'ex premier resterebbero sempre due opzioni: andare a palazzo Chigi con la coalizione di centrodestra o il governissimo con tutti dentro. Nessuno però si nasconde il rischio che Mattarella possa giocarsi la carta Fico. E a quel punto si aprirebbe una partita diversa.

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