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Direzione Pd, la resa dei conti

02 maggio 2018 | 13.04
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Sarebbe "dannoso fare conte interne nella prossima Direzione". E' il passaggio chiave del documento preparato dai renziani in vista della Direzione del Pd di domani e sottoscritto già da un numero considerevole di parlamentari dem (77 su 105 tra i deputati e 39 su 52 tra i senatori, al momento) compresi i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Il documento, definito con la regia del coordinatore Lorenzo Guerini, è stato già ribattezzato 'La nuova pace di Lodi', dal patto del 1454 che mise fine alla guerra tra Venezia e Milano.

ODG NON RENZIANI - Intanto, però, l'area del Pd che appoggia Maurizio Martina, in sostanza tutti i non renziani, non ha dubbi e ha pronto l'ordine del giorno da votare in Direzione sull'appoggio al reggente dem: "Domani si vota la fiducia a Martina". "Il passaggio è delicato, sono aperte le consultazioni e il Pd che fa, manda al Quirinale i 'teleguidati' come Orfini e Marcucci?", si spiega da parte dei sostenitori di Martina.

Il tutto mentre infiamma la polemica sul sito 'senzadime.it', con la mappatura delle posizioni dei componenti della Direzione Pd sulla trattativa con i Cinque Stelle.

TESTO RENZIANI - Nel testo preparato dai renziani i firmatari premettono che "proveniamo da storie e percorsi diversi" e "non sappiamo se il prossimo congresso ci vedrà sulle stesse posizioni o se, del tutto legittimamente, sosterremo candidati diversi. Pensiamo tuttavia che tre punti chiave ci uniscano in modo forte". I punti sono, appunto, il no alle "conte interne". Poi, il fatto che "lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell'irresponsabilità del centrodestra e del M5S".

Terzo punto, "crediamo che il Pd debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell'esito del voto: per questo non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio. Significherebbe infatti venire meno al mandato degli elettori democratici. E' utile invece impegnarci a un lavoro comune, insieme a tutte le altre forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale". Infine, un appello alla "intera comunità del Pd" perché "sappia affrontare i passaggi difficili di questa stagione politica in modo coraggioso e il più possibile unitario".

Guerini, promotore del documento, spiega: "Questo vuole essere un appello a trovare l'unità e a rifiutare la tentazione di una conta in direzione. Nulla più. La parte più importante del documento per me è questa". "Dopodiché è chiaro che in questo spirito il documento deve essere ed è assolutamente aperto al contributo di tutti, senza nessuna chiusura o reticenza. Lo sforzo che vorrei tutti mettessimo in campo è solo questo: lavorare per non dividerci, per ricercare invece le ragioni e la forza della nostra unità'', conclude.

Andrea Orlando sulla sua pagina Facebook commenta così l'iniziativa: "La conta promossa dai capigruppo per non fare la conta ancora non si era mai vista".

"Non è una conta per non fare la conta. Ma lo sforzo di tutti verso la responsabilità sarebbe utile" puntualizza Andrea Marcucci, che specifica: "Io non ce l’ho con Orlando". Anche Graziano Delrio precisa: "Nessuna conta interna, ma un appello all'unità. Il documento proposto da Lorenzo Guerini vuole essere una base di discussione e non una ulteriore occasione di divisione". "Uniti siamo tutto - aggiunge - divisi siamo nulla".

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