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Di Maio: "Governo politico o voto"

07 maggio 2018 | 11.02
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Luigi Di Maio (AdnKronos)
Luigi Di Maio (AdnKronos)

"Se non ci saranno le condizioni per un governo politico, per noi è giusto si torni al voto". E, in tal caso, "sarà ballottaggio" tra M5S e Lega: "ora è ormai chiaro che sono due le realtà politiche che competono per il governo, gli italiani decideranno". Lo dice Luigi Di Maio subito dopo le consultazioni al Quirinale.

"Al di là delle valutazioni che farà il Presidente della Repubblica - rimarca il leader pentastellato - mi sento di dire che non siamo disponibili a votare la fiducia a un governo tecnico". "Abbiamo ringraziato il Capo dello Stato soprattutto per la pazienza dimostrata nei confronti delle forze politiche" dice ancora Di Maio, ripercorrendo gli ultimi due mesi e assicurando quanto fatto dal M5S. "Abbiamo dato tutto il possibile per formare un governo in maniera lineare, mettendo al centro il contratto alla tedesca, partendo dalla premessa" che la legge elettorale "non ci ha reso autonomi".

"Deve essere chiaro" puntualizza Di Maio, e lo abbiamo detto "tante volte in questi 55 giorni nel ragionare con la Lega di Salvini: io non sono mai stato un impedimento alla firma del contratto" di governo con cui i 5 Stelle mirano a dare un esecutivo al Paese. "Se terza Repubblica deve essere - ribadisce Di Maio - i politici e le forze politiche devono fare un passo indietro, i cittadini un passo avanti. Se metteremo avanti i problemi degli italiani, usciremo dallo stallo. E sia chiaro: noi siamo gli ultimi ad aver paura del voto".

"Le forze politiche alternative a noi - rivendica Di Maio - sperano in un risultato migliore perché hanno messo insieme dieci liste alle regionali. Alle amministrative sappiamo bene il nostro rendimento" inferiore rispetto ai risultati delle politiche, e quindi "non si utilizzino le amministrative per portarci al voto, perché in tal caso la fiducia che ci sarà tributata sarà comunque una sorpresa".

Poi, parlando con i cronisti, Di Maio sottolinea: "noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. La novità è che siamo disposti a cercare, con la Lega, un presidente del Consiglio che sia condiviso". "Ieri ho detto chiaramente che siamo disponibili a scegliere un presidente del Consiglio terzo", rimarca Di Maio, snocciolando una serie di condizioni "non trattabili", già annunciate ieri da Lucia Annunciata, "il reddito di cittadinanza, l'abolizione della legge Fornero, una serie legge anti-corruzione" che contrasti anche il fenomeno "dei giovani costretti ad emigrare all'estero".

Sulle prossime mosse, però, il leader pentastellato non si sbilancia. "Cosa succederà non so - ammette Di Maio - le notizie che ho io sono quelle che avete anche voi, ora capiremo cosa farà la Lega e il centrodestra. Quello che posso dirvi, oltre a questo schema non si può andare". Perché, quindi, aspettare due mesi prima di fare questo passo di lato? "Diciamo che voi lo sapete adesso, mettiamola così" risponde Di Maio ai cronisti. Con Salvini il passo di lato non era concordato, spiega, "però sapevano tutti che se il problema ero io, per carità: la priorità ce l'hanno reddito di cittadinanza, abolizione della Fornero e altri strumenti". (VIDEO)

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