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Il Pd studia le mosse

09 maggio 2018 | 09.22
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(Fotogramma)
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Il Pd si mette in assetto da campagna elettorale. Ieri in un vertice mattutino dei big al Nazareno, con tutte le aree interne del partito presenti, i dem, oltre a rinnovare il pieno sostegno a Mattarella, hanno deciso di convocare per il prossimo 19 maggio l'Assemblea nazionale. All'Odg della riunione, dimissioni del segretario e "adempimenti conseguenti". In soldoni, il Pd dovrà decidere se scegliere un segretario subito in Assemblea (per farlo sono necessari i due terzi, quindi un accordo ampio) o avviare la stagione congressuale.

E' ovvio che, in caso di voto a luglio, i dem avranno la necessità di indicare un segretario subito e l'Assemblea darebbe di fatto lo 'start' alla campagna elettorale. In alternativa, si potrà aprire la stagione congressuale e scegliere un segretario con un po' più di calma. M

a nel Pd 'post 4 marzo', dove gli equilibri sono estremamente fragili, tutto è possibile. C'è la discussione sulla fase congressuale (con una parte dei dem che parlano di decadenza delle cariche e gestione affidata al presidente del partito), sulla definizione delle liste (si va dall'ipotesi della conferma in blocco delle ultime liste alla nascita di un comitato di garanzia con tutti i big e guidato da Lorenzo Guerini) e, ovviamente, sulla leadership.

Il nome che ora agita maggiormente i dem resta quello di Paolo Gentiloni. La conferma arriva dallo stesso Matteo Renzi. Alla domanda a Di Martedì su chi sarà il candidato del Pd se si andrà a votare a breve, l'ex segretario ha risposte senza dubbi: "Tendenzialemente sarà Gentiloni, specie se si voterà presto. Naturalmente non voglio tirare per la giacchetta il presidente".

Nelle ultime ore è circolata l'ipotesi di una tregua siglata dalle varie anime del partito sul nome del premier. Addirittura con la possibilità di indicarlo già in Assemblea alla guida del partito, visto che per il 19 sarebbe ormai libero da doveri istituzionali.

Si potrebbero però mettere in campo anche altri nomi (Graziano Delrio, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato) o cambiare formula: Martina segretario/garante di tutti e Gentiloni pronto a scendere in campo come candidato premier non del Pd ma di una coalizione "la più ampia possibile".

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