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Lega-M5S, nodo premier

10 maggio 2018 | 07.27
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Palazzo Chigi, sede istituzionale del governo (FOTOGRAMMA)
Palazzo Chigi, sede istituzionale del governo (FOTOGRAMMA)

Svolta sul governo: scatta ora il toto-nomi per la presidenza del Consiglio. Dopo che Silvio Berlusconi ha tolto il veto alla possibilità di un esecutivo Lega-M5S - sottolineando però che non voterà la fiducia, attraverso l'astensione responsabile dei parlamentari di Forza Italia - ora la questione è il nome per Palazzo Chigi.

Il tema della guida del governo resta aperto: in queste ore si parla di forti attriti con la Lega sulla scelta. Ma Luigi Di Maio conferma che, una volta messi sul tavolo i temi, "poi si parlerà di nomi. Non c'è nessuna volontà di tradire la parola data pubblicamente" sul fatto di decidere un premier terzo insieme a Salvini.

GIORGETTI - Tra i papabili c'è sempre Giancarlo Giorgetti anche se le sue quotazioni sarebbero in calo: 'benedetto' da Umberto Bossi e Silvio Berlusconi, non avrebbe avuto il placet dei due leader di Lega e M5S. Fonti vicine a Di Maio negano frizioni interne, assicurando che al momento con Salvini non si è parlato di incarichi di governo.

D'altra parte anche esponenti di primo piano di via Bellerio, vicini a Salvini e a Giorgetti, scommettono che la soluzione si troverà e "arriveremo oltre l'estate; anzi, di sicuro, arriviamo a mangiare il panettone".

ZAIA - Ad ogni modo, "la questione premiership non è stata toccata" si precisa ancora in ambienti vicini al capo politico del M5S. Ma intanto - nel rebus dei nomi - ci sono per il momento il governatore del Veneto, Luca Zaia, ma anche l'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini e la senatrice della Lega Giulia Bongiorno.

Quindi per ora, dopo il 'passo di lato' di Berlusconi, le fasi successive riguardano la predisposizione di un contratto di governo, poi si potrà parlare di nomi e, infine, si deciderà il premier.

FORZA ITALIA - Ad ogni modo, sia il futuro presidente del Consiglio che il nuovo governo saranno valutati "in modo sereno e senza pregiudizi" da parte di Forza Italia, in base a "provvedimenti che siano in linea con il programma del centrodestra e che riterremo utili per gli italiani" ha fatto sapere sempre ieri Berlusconi.

Ricordando però che i 5S hanno dimostrato "anche in queste settimane di non avere la maturità politica per assumersi questa responsabilità". E anche se dovesse nascere un governo M5S-Lega, non ci sarà nessuna rottura nel centrodestra: "Rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori. Continuiamo a lavorare per tornare a vincere, ma soprattutto perché torni a vincere l’Italia".

QUIRINALE - A questo punto, qualora nascesse l'esecutivo giallo-verde, a salire al Colle sarà il candidato espresso da M5S e Lega. Se invece anche questo estremo tentativo di trovare un accordo andrà a vuoto, Mattarella convocherà la personalità scelta per formare il governo di servizio e le affiderà l'incarico, probabilmente venerdì.

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