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Il debutto di Conte

05 giugno 2018 | 07.13
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Il premier Giuseppe Conte (foto da Facebook/Giuseppe Conte)
Il premier Giuseppe Conte (foto da Facebook/Giuseppe Conte)

Dopo il giuramento, oggi il governo Conte dovrà affrontare il primo banco di prova: le votazioni al Parlamento per ottenere la fiducia. Si parte dal Senato, dove il presidente del Consiglio si recherà alle 12 per rendere le dichiarazioni programmatiche. Dopo il discorso di Conte seguiranno la discussione generale e il voto di fiducia di Palazzo Madama. L'esito del voto, con la 'chiama' dei senatori che potrebbe iniziare attorno alle 19, è atteso per le 20.

Ieri Conte ha lavorato chiuso nel suo ufficio di Palazzo Chigi. Tra i temi al centro dell'intervento del premier ci saranno alcuni dei punti programmatici riportati nel contratto di governo scritto da M5S e Lega, pilastro del governo 'giallo verde'. Tra quelli che Conte affronterà oggi in Aula, a quanto apprende l'Adnkronos, anche il superamento del regolamento di Dublino, la flat tax, la centralità dell'Europa -tema caro al Quirinale- reddito e pensione di cittadinanza, due dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle. Al dibattito in Senato interverrà anche l'ex premier ed ex segretario del Pd Matteo Renzi.

Dopo la fiducia al Senato, domani sarà la volta di Montecitorio. La tabella di marcia alla Camera prevede la discussione generale dalle 9 alle 14 e 30, quindi le dichiarazioni di voto e repliche dalle 14 e 45 e il voto di fiducia dalle 17 e 40. Giovedì invece si terrà una nuova capigruppo della Camera per stabilire il calendario dei lavori. Tra i provvedimenti spicca il Def che dovrà essere votato dall'aula della Camera e del Senato nella settimana dall'11 al 15 giugno.

I NUMERI - A Palazzo Madama la fiducia si ottiene raggiungendo la soglia di 161 voti. Per la fiducia al Senato, il governo Conte può fare affidamento sui 167 voti certi della maggioranza, 109 in quota M5S e 69 in quota Lega. Ma non è escluso che i consensi possano aumentare. Forza Italia e Pd, che vantano rispettivamente 61 e 52 senatori hanno invece annunciato il voto contrario mentre Fratelli d'Italia si asterrà dal voto (con la riforma del regolamento del Senato il voto di astensione non è considerato contrario).

Diversa la questione alla Camera, dove il M5S è il gruppo più numeroso con 222 membri, seguito dalla Lega con 124 e dal Pd con 111. Qui, l'esecutivo Conte vanta una maggioranza notevole, con 346 voti.

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