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"Non siamo xenofobi", ira Toninelli

12 giugno 2018 | 10.09
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Danilo Toninelli (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Danilo Toninelli (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Nessuno si deve permettere di etichettare l'Italia e il governo di essere disumano e xenofobo". Ad affermarlo è il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, a 'Circo Massimo' su Radio Capital. "L'Italia è il Paese che ha salvato il maggiore numero di vite. Nessuno si deve permettere di abbinare alla xenofobia il nostro Paese e il governo" ha spiegato Toninelli.

Parlando della gestione della vicenda Aquarius, il ministro delle Infrastrutture ha affermato che è stata messa in campo "un'azione politica importante tenendo un giusto pragmatismo che prima non c'era. Nessuno prima parlava di Malta che rispondeva negativamente" ha assicurato Toninelli, sottolineando che "non abbiamo messo in pericolo la vita di nessuno" e i migranti "sono stati soccorsi da navi italiane".

Riferendo dell'esito del vertice dell'esecutivo che si è svolto ieri, Toninelli ha rimarcato che c'è "una condivisione totale all'interno del governo" per trovare soluzioni al problema dei migranti. Poi, a chi ha gli chiesto se sulla vicenda della nave Acquarius non abbia prevalso la linea del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, Toninelli ha risposto: "Capisco che da un punto di vista giornalistico, si vuole creare sempre la figura del vincitore e di chi comanda", ricordando poi che "il Movimento 5 Stelle ha sempre lottato fortemente con il business dell'immigrazione". Ora, "abbiamo messo i nostri tecnici al lavoro per trovare quelle soluzioni che finora non sono state date", ha detto ancora Toninelli.

"Quella del governo italiano sull'immigrazione è una strategia molteplice", ha spiegato Toninelli. La prima mossa "è politica. In Italia il business dell'immigrazione non è più tale. Sembrava tutto normale: oggi si sa che le cose possono cambiare: basta a chi diceva che con l'immigrazione si guadagna più che con la droga. L'immigrazione verrà gestita nella legalità". C'è poi il fronte della "nuove relazioni internazionali con la Libia" e di quello della politica europea. Ma, ha aggiunto Toninelli, c'è anche "un piano normativo del diritto del mare che è ambiguo".

"Stiamo cercando di agire su tutti i fronti per condividere un problema che non è solo italiano ma europeo", ha sottolineato Toninelli. Con la vicenda dell'Aquarius è "stata messa una prima pietra. Altrimenti, oggi l'Italia sarebbe ripartita come è avvenuto per i governi precedenti", ha detto ancora il ministro. "Siamo persone pragmatiche e vogliamo risolvere i problemi. Non è più possibile che l'Italia debba impegnare così tante risorse per risolvere un problema che non è solo suo".

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