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Forza Italia

Silvio pensa al salto generazionale

26 giugno 2018 | 07.17
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Avanti tutta, con giudizio ed equilibrio, sulla strada della coalizione di centrodestra, con la consapevolezza che Forza Italia è stata determinante in tutte le città in cui l'alleanza con Lega e Fdi si è imposta. E' questo lo spirito, e anche il contenuto, di tante telefonate e contatti che Silvio Berlusconi, da Arcore, ha avuto nel day after dei ballottaggi con gli esponenti di punta del partito, a cominciare dalle capogruppo di Senato e Camera Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini.

La condizione per il successo è la coesione, sarebbe stato il succo del messaggio del Cav, intenzionato, come si è visto dal comunicato di commento alle elezioni amministrative, ad avviare un percorso di rinnovamento del partito ma sulla base del legittimo orgoglio identitario. Che non dovrebbe offrire sponde ad analisi pessimistiche, se non a un clima da 'rompete le righe', come quelle che si sono lette nei giorni scorsi. Compresa, molto probabilmente, quella del Governatore della Liguria Giovanni Toti che ha scelto il giorno dei ballottaggi evocare addirittura un rischio "estinzione".

Un'uscita che non sarebbe stata affatto gradita, nella tempistica e nella sostanza, per un personaggio alieno dal pensiero negativo come l'ex premier. E che per questo avrebbe visto di buon occhio la contraerea di sbarramento messa in atto da diversi parlamentari azzurri, a cominciare da Mara Carfagna. E nel direttivo del gruppo della Camera convocato per le 12:30 è possibile che si faccia una riflessione a tutto campo.

AL CENTROSUD - Ma è soprattutto fra i dirigenti e coordinatori del centro-sud che spira un ritrovato orgoglio di casacca. "Toti - dice all'AdnKronos Francesco Scoma, vice coordinatore in Sicilia - dovrebbe aspettare un attimo. E ricordare che non c'è solo il centro-nord, dove la forza della Lega si fa sentire, ma anche un centro-sud dove invece la Lega - scandisce - non esiste. E il centrodestra si regge sulla nostra presenza". Scoma fa il caso della Sicilia: "A Catania la Lega ha preso il 2% mentre Forza Italia, da sola o con liste civiche collegate, è al 18%".

RINNOVAMENTO - Insomma, i capi del partito da Roma in giù non ci stanno affatto a considerare segnato il proprio destino. E dalla Sicilia, passando per la Puglia e la Campania, rintuzzano le suggestioni di un'Opa leghista su Forza Italia. Detto questo, si fa trasversale e condivisa l'attesa per un rinnovamento dell'organizzazione interna, giudicata da molti essenziale, e che era stata prefigurata da Annagrazia Calabria in un'intervista al 'Corriere della sera' il 10 giugno scorso.

SALTO GENERAZIONALE - L'idea di base che si fa strada sembra essere quella di fare il salto generazionale, in favore di figure di sintesi, ferma restando l'imprescindibilità del fondatore. Insomma, quello che viene detto a mezza bocca è che senza nulla togliere a personalità con validissime esperienze magari manageriali (Galliani) o politico-parlamentari di primo piano, è arrivato il momento di voltare pagine e cambiare volti. Un giovane senatore come Marco Siclari non ha escluso una sorta di auto-convocazione spontanea dei nuovi eletti Forza Italia. Senza rottamare ma senza 'ibernare' figure apicali legate alle passate gestioni.

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