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Super Lega, l'idea di Salvini

02 luglio 2018 | 09.03
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Matteo Salvini (Afp) - AFP
Matteo Salvini (Afp) - AFP

Una Lega della Leghe in Europa. E' l'idea lanciata ieri dal Palco di Pontida da Matteo Salvini. Una super Lega di "tutti i movimenti liberi che - spiega - vogliono difendere i propri confini e il benessere dei propri figli". "E' questo - aggiunge - il futuro, pacifico e sorridente, cui stiamo lavorando". Un tema nuovo, che si aggiunge ai cavalli di battaglia della Lega sovranista, dalla lotta ai flussi migratori, alla legittima difesa, alla difesa della famiglia tradizionale, alla lotta alla criminalità. Sulla svolta europeista, la rivoluzione copernicana di Salvini, che ora più che a uscire dall'Europa, punta a esportare il modello della Lega nel vecchio continente, Salvini garantisce: "Noi abbatteremo il muro di Bruxelles".

"Un popolo così - dice rivolto ai leghisti a migliaia sul pratone - cambia la storia. Far cadere il muro di Berlino era impensabile e noi faremo cadere il muro di Bruxelles, non dico che lo faremo a colpi di ruspa perché sennò dicono che sono cattivo". Il "coraggio della Lega contagerà tutti gli altri paesi europei, e le nostre idee arriveranno in Francia, Spagna Portogallo, in Europa", dice tra gli applausi. Poi arrivano i temi cari alla Lega. Innanzi tutto, ribadisce il leader "l'impegno a cancellare la legge Fornero, ingiusta e disumana, alla faccia dei chiacchieroni, che dicono che grazie alla legge sulle pensioni i conti pubblici sono in sicurezza". "Ci proveremo, rispettando i vincoli imposti", promette Salvini.

Poi il tema migranti. Cita due volte Simone Weil, Salvini, che ricorda come la filosofa "diceva che 'i doveri vengono prima dei diritti' e questo se lo deve metter in testa chi vive in Italia da tempo, ma soprattutto chi arriva domani mattina". E poi, l'altra citazione: 'è criminale tutto ciò che ha come effetto di sradicare un essere umano o d'impedirgli di mettere radici', che viene usata dal segretario del Carroccio per ribadire l'idea della necessità di aiutare i migranti a casa loro. Perché in tema di accoglienza "i limiti del possibile sono stati raggiunti, come dice il catechismo che parla di accoglienza degli stranieri 'nel limite del possibile'. Noi accoglieremo in aereo solo chi fugge dalle guerre, gli altri no", promette, ribadendo che "è il ministro dell'Interno a decidere se si aprono o chiudono i porti". Sulla famiglia Salvini rinnova la benedizione leghista a quella tradizionale, aggiungendo come "mi fa schifo il solo pensiero dell'utero in affitto" che "non è progresso, ma la fine della civiltà". "Sindaci e governatori della Lega rimettano al centro le politiche per le famiglie", chiede ai suoi Salvini.

Non manca l'attacco al Pd: "Renzi si sta riposando e leggo che scorre gli annunci immobiliari a Firenze, buon per lui", dice, mentre i fischi salgono alti. "Oggi è un mese dal giuramento del primo giugno - aggiunge respingendo al mittente le critiche di immobilismo contro il governo gialloverde - e tutta Europa si è accorta che abbiamo fatto più noi in un mese che altri in sei anni di dormite". "Si mettano l'anima in pace a sinistra - scandisce - perché l'Italia che governeremo per i prossimi trenta anni, sarà orgogliosa, diversa, fondata sulle autonomie". Da ministro dell'Interno promette lotta senza quartiere alla criminalità: "Stradicheremo le schifezze di mafia, camorra e 'ndrangheta. A noi fanno schifo, li combatteremo con ogni mezzo necessario, prendendo esempio da chi ha combattuto non a parole" dice riferendosi a Rosario Livatino, "morto a 38 anni vittima della mafia, un giudice che non andava in tv, che non aveva fatto milioni di euro con l'antimafia delle parole". "Da Pontida arriva l'avviso - è lo slogan di Salvini - anche per mafiosi e camorristi è finita la pacchia".

Conclude il suo intervento con il rosario nelle mani, il leader della Lega. "Questo rosario è stato confezionato da una donna sfruttata, da una di quelle donne illuse che in Italia c'era il Bengodi. Era una donna nigeriana, ma poteva essere italiana o di qualsiasi altra nazionalità", spiega. Quindi, si rivolge al suo popolo per suggellare la nuova intesa: "Giurate di non mollare finché non avremo liberato i popoli di questa Europa?", chiede alla fine. Tre volte gli rispondono sì in coro, pronti per la nuova scommessa. "E allora teniamo duro e andiamo a vincere", dice Salvini salutando la folla.

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