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Renzi: "Di Maio bugiardo o sciacallo"

16 agosto 2018 | 11.33
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Matteo Renzi (Fotogramma)
Matteo Renzi (Fotogramma)

"Chi come Luigi Di Maio dice che il mio governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo. Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. In entrambi i casi la verità è più forte delle chiacchiere: il mio governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del Pd, né la Leopolda". In un lungo post pubblicato su Facebook, Matteo Renzi replica a Luigi Di Maio che ieri, pur senza chiamare direttamente in causa il Pd, ha detto che "i Benetton hanno finanziato le campagne elettorali di tutti i partiti del passato, di tutti i partiti del governo del passato". E che oggi, nel rispondere al post di Renzi, colpisce ancora più duro: "La sua parola per gli italiani - scrive stamane - vale zero, pubblichi tutti i nomi dei finanziatori Pd".

Parole dure, alle quali sono seguite quelle dell'ex segretario dem: "Utilizzare una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del vicepresidente del Consiglio" scrive Renzi nel post.

Chi ha sbagliato deve pagare fino all'ultimo centesimo. Dire: 'Revochiamo la concessione' fa aumentare i like e fa esultare chi non conosce le carte - sottolinea Renzi -. Ma governare è più complicato che scrivere post su Facebook: se revochi la concessione paradossalmente fai un regalo ad Autostrade. Perché devi pagare un sacco di soldi per revocare la concessione e perdi le opere pubbliche che servono e per le quali loro sono impegnati. Già, perché quello che è chiaro è che va rifatto il Ponte Morandi, certo, ma va fatta anche la Gronda. Ed è un preciso impegno di Autostrade".

"Si scelgano gli avvocati migliori - prosegue l'ex premier - per andare al contraddittorio con Autostrade. Si vada fino in fondo all'azione giudiziaria senza guardare in faccia nessuno. Chi ha sbagliato paghi tutto. Autostrade oggi ha il compito di pagare tutto, fino all'ultimo centesimo, a cominciare dalla Gronda: revocando la concessione, invece, Autostrade incassa e non paga".

Quindi insiste: "Fare la Gronda coi soldi destinati all'edilizia scolastica (come ha ipotizzato Salvini) sarebbe un autogol e un danno per tutti i Comuni. La Gronda va fatta subito e va fatta con i denari di Autostrade". L'ex premier si sofferma poi abbondantemente sulla questione generale delle opere pubbliche. "Per favore: non facciamoci ridere dietro da mezza Europa. I vincoli dell'Unione europea non c'entrano nulla - scrive ancora -. Il ponte crolla in Italia, non a Bruxelles. Le opere pubbliche in Italia sono bloccate dai ritardi della burocrazia e dai veti di chi dice sempre no, dalla 'comitatite'. La flessibilità per fare le opere pubbliche c'è già. Bisogna fare ciò che è progettato e per i quali progetti i soldi ci sono già. A cominciare dalla Gronda, ma proseguendo con tutti gli impegni già presi dalla Tav agli aeroporti, dalle strade siciliane alle ferrovie calabresi".

Renzi rivolge poi un attacco al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Da quando è ministro - scandisce l'ex premier - tutti i grandi progetti sono stati bloccati. Se si bloccano i progetti, l'Italia crolla. Ed è ridicolo che il Movimento Cinquestelle si affanni a cancellare dal web (impossibile, peraltro) ogni traccia delle proprie contraddizioni. Dicevano no alla Gronda e definivano l'ipotesi del crollo del Morandi una favoletta. Non è una favoletta, è una tragedia".

"Genova - ricorda poi Renzi - è in difficoltà da tempo e il Ponte Morandi rischia di essere il colpo di grazia. Per Genova servono innanzitutto i lavori sul Bisagno (partiti con noi, stanno andando avanti anche con gli amministratori di un altro colore politico, bene!), gli investimenti sul Porto sbloccati da Delrio, il Terzo Valico e la Gronda. I soldi ci sono. Le opere vanno fatte".

"Penso che quando ci sono dei momenti difficili - conclude - tutti debbano collaborare. Noi oggi siamo opposizione ma in un momento come questo diamo la massima disponibilità a aiutare il governo e tutte le Istituzioni. Si parta dalla verità, però, non dalle favolette. E si vada avanti tutti insieme. Noi ci siamo".

LA REPLICA DI DI MAIO - "Renzi - replica oggi Di Maio su Facebook - dice che Benetton non ha finanziato il Pd né la Leopolda. Non dice niente delle altre fondazioni legate a doppio filo col suo partito. La sua parola per gli italiani vale zero. Uno che vergognosamente compra un aereo gigante inutile sprecando i soldi degli italiani e che aveva detto che si sarebbe ritirato dalla politica dopo la vittoria del no al referendum e che oggi siede sulla poltrona da senatore non ha nessuna credibilità. Pubblichi tutti i nomi dei finanziatori del Pd dalla sua nascita a oggi e di tutte fondazioni ad esso collegate. Carta canta! Che hanno da nascondere ancora? Tanto scoperchieremo tutto e il marcio verrà a galla".

"Inizino - aggiunge - spiegando il perché dell'emendamento vergogna nella legge di Bilancio del 2017 che permette ai concessionari delle autostrade di moltiplicare ulteriormente gli strepitosi guadagni ottenuti al casello facendosi in casa, con le proprie aziende, una bella quota dei lavori di manutenzione senza dover ricorrere alle gare. O il perché del regalo miliardario dell'allungamento delle concessioni che inserirono in una notte nello 'Sblocca Italia' del 2015. Tanti, troppi favori da giustificare. Se non ci diranno perché, lo scopriremo noi".

"Gli italiani -insiste Di Maio- devono sapere la verità e in questo non li aiuteranno i giornali visto che tra gli azionisti di quelli principali troviamo proprio i Benetton. È vergognoso, ad esempio, che la parola 'Benetton' non compaia nei giornali mentre tutti danno addosso al Movimento e in particolare a Beppe Grillo che viene accusato di essere il responsabile del crollo: roba da mentecatti!"

"La verità è che tutti hanno sempre pensato e anche ora pensano solo al business. Ci sono morti sotto le macerie, feriti negli ospedali e soccorritori al lavoro da 2 giorni e dal gruppo Atlantia dei Benetton arrivano discorsi sul 'valore residuo' e dal Pd questi attacchi politici indegni, dopo tutti i favori fatti ad Autostrade per l'Italia".

"È proprio questa mancanza di cuore -conclude il vicepremier- che ha portato una società ad interessarsi solo dei profitti e un partito solo del suo vantaggio politico. Ma è finita quell'epoca. Adesso al primo posto ci sono i cittadini e i loro diritti. Chi ha spadroneggiato in questi anni e pensa di poterlo fare ancora, si metta in testa che non lo farà più".

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