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Renzi-Di Maio, scontro al vetriolo

17 agosto 2018 | 08.55
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(Fotogramma)
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"Di Maio bugiardo o sciacallo", "la parola di Renzi vale zero". Duro botta e risposta fra il ministro del Lavoro e l'ex segretario dem. Motivo dello scontro, le affermazioni del pentastellato che, senza riferirsi direttamente al Pd, aveva parlato di finanziamenti della famiglia Benetton per le "campagne elettorali di tutti i partiti del passato, di tutti i partiti del governo del passato". Parole che hanno scatenato l'ira di Renzi, autore di un lungo post contro il vicepremier.

Per il dem, Di Maio "è tecnicamente parlando un bugiardo" e politicamente "uno sciacallo". Il motivo? "Il mio governo - scrive Renzi - non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del Pd, né la Leopolda". Per il senatore del Pd, inammissibili non sono solo le accuse di finanziamenti ma anche le dichiarazioni su Autostrade: "'Revochiamo la concessione' - attacca - fa aumentare i like e fa esultare chi non conosce le carte. Ma governare è più complicato che scrivere post su Facebook". "Di Maio dice che il suo governo è il primo a non aver preso soldi da Benetton o Società Autostrade e che Benetton non gli ha pagato la campagna elettorale. FALSO!" attacca Renzi, definendo "molto strano" "il balletto intorno alla possibile revoca della concessione" che, aggiunge, "sicuramente richiamerà l'attenzione della Consob".

A stretto giro, la replica al vetriolo di Di Maio, che raccoglie il guanto di sfida: per il vicepremier, Renzi diventa "uno che vergognosamente compra un aereo gigante inutile sprecando i soldi degli italiani", quello che "aveva detto che si sarebbe ritirato dalla politica dopo la vittoria del no al referendum e che oggi siede sulla poltrona da senatore", motivo per il quale "non ha nessuna credibilità".

"Pubblichi - insiste il leader Cinquestelle nel post di risposta su Facebook - tutti i nomi dei finanziatori del Pd dalla sua nascita a oggi e di tutte fondazioni ad esso collegate. Carta canta! Che hanno da nascondere ancora? Tanto scoperchieremo tutto e il marcio verrà a galla".

Nel post del ministro, anche un elenco di domande al senatore e al suo partito: Di Maio incalza chiedendo "il perché dell'emendamento vergogna nella legge di Bilancio del 2017 che permette ai concessionari delle autostrade di moltiplicare ulteriormente gli strepitosi guadagni ottenuti al casello facendosi in casa, con le proprie aziende, una bella quota dei lavori di manutenzione senza dover ricorrere alle gare". E ancora "il perché del regalo miliardario dell'allungamento delle concessioni che inserirono in una notte nello 'Sblocca Italia' del 2015". Per il Cinquestelle si tratterebbe di "tanti, troppi favori da giustificare". Ma "se non ci diranno perché - promette ai sostenitori - lo scopriremo noi".

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