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Salvini: "Dobbiamo poter riportare indietro i migranti"

24 agosto 2018 | 09.58
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"L’Europa deve sapere che il governo italiano è irritato. Basta con parole tante e risultati pochi. L’Ue si era impegnata a prendere 35mila immigrati: si sono fermati a 12mila. Se la serietà è questa, non ci si può stupire che noi abbiamo deciso un punto fermo. Con le Ong ci siamo riusciti, ora dobbiamo costringere l’Ue a farsi carico di ciò che le spetta". Così il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, al Corriere della Sera parla di immigrazione e affronta il caso della nave Diciotti in attesa da giorni di sbarco a Catania. Come si risolve? "Con un bell’aereo che arriva da una delle capitali europee all’aeroporto di Catania. Gli europei dimostreranno il loro cuore grande caricando tutti gli aspiranti profughi. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta con i giovani".

"Alla faccia del Pd - afferma Salvini - non siamo certo soli. La maggior parte dei Paesi pretende lo stop all’immigrazione. A metà settembre ci sarà la riunione dei ministri dell’Interno europei, e lì lo si vedrà. Io, nei prossimi giorni, incontrerò Viktor Orbán a Milano", con il quale "ci sarà parecchio di cui parlare. Si dice che in base ai trattati, alle convenzioni, a Ginevra, noi non possiamo riportare gli immigrati indietro. Bene. Ma trattati e convenzioni si possono modificare".

Sulla polemica con il presidente della Camera Roberto Fico, Salvini chiarisce: "Mi attengo al contratto di governo, che parla di lotta all’immigrazione clandestina. Questo da ministro io faccio. E a giudicare dalle reazioni in strada e sulla Rete, l’ha capito la grande maggioranza degli elettori anche a 5Stelle. Tanto che Di Maio, che ringrazio, ha confermato la nostra posizione".

Relativamente alle inchieste aperte dalle procure siciliane sui migranti in attesa sulla nave Diciotti, secondo il ministro dell'Interno "ci sono milioni di processi in arretrato e mi stupisce che ci sia qualche magistrato che ritiene di aprire un fascicolo per sequestro di persona". E aggiunge: "Se mi convocano, sono a disposizione. Se l’autorità giudiziaria riterrà di indagarmi, processarmi o arrestarmi, troverà in me un italiano pronto a difendersi".

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